Ogni anno i numeri che riguardano lo spreco alimentare arrivano a toccare le stelle: l’allarme è sempre più concreto.
Si tratta di dati davvero allarmanti quelli che riguardano lo spreco alimentari e ad averlo confermato è stato il report “Il caso Italia 2023” di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustanability, diffuso in occasione della decima Giornata nazionale contro lo Spreco Alimentare del 5 Febbraio.
Pare infatti che in Italia ad essere messi nella spazzatura sono circa 75 grammi di cibo a testa, ovvero più di mezzo chilo a settimana e oltre 27 ogni anno e questo avviene per i motivi più disparati, come: mancanza di chiarezza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione. Cerchiamo appunto di chiarire questa situazione, cosi da evitare di aumentare questo dato che solo per l’Italia è già di per se molto allarmante: ecco come fare per capire bene una volta per tutte la scadenza del cibo che compriamo.
Spreco alimentare, come fare per riconoscere la scadenza degli alimenti?
Come detto prima, i dati che riguardano lo spreco alimentare in Italia sono davvero allarmanti e nella maggior parte dei casi, avvengono anche per la difficoltà di comprensione sulla scadenza di determinati alimenti che si comprano nei supermercati e non solo. Allora la data di scadenza è ovviamente riportata sempre sulle confezioni con la dicitura da consumarsi ENTRO, questo vuole dire che il giorno successivo, il cibo può essere considerato scaduto e se ingerito può portare anche a non stare troppo bene. Quindi il termine ultimo di cui tenere conto, chiamato anche TMC è sempre quello indicato eppure superato quel limite l’alimento non è per niente scaduto come si pensa e soprattutto non è dannoso.
Cosi come riporta Agi.it, le indicazioni per determinati alimenti che si possono consumare anche dopo il tmc sono: Pane confezionato: 7 giorni, Pasta secca: 1-2 mesi, Confetture e conserve: 1-2 mesi, Conserve sott’olio: 12 mesi, Caffè macinato, cacao, thè e infusi: 12 mesie Dolci confezionati: 1-2 mesi. Ad ogni modo, la tabella completa si trova all’interno del Manuale redatto dal Banco Alimentare e Caritas Italia sulle buone prassi operative per le organizzazioni che si occupano di recupero e distribuzione delle eccedenze nell’ambito della filiera dell’aiuto alimentare ed è stato validato dal Ministero della Salute.
Un consiglio ancora in più prima di gettare un alimento perchè ritenuto andato a male, il consiglio sarebbe quello di sentire il suo odore e magari anche di provare ad assaggiare, cosi da evitare quanto più possibile uno spreco in più.