E’ arrivato l’annuncio tanto atteso del gigante del web: il nuovo chatbot sarà presto disponibile, ma inizialmente sarà accessibile solo ad alcuni utenti tester
La “guerra” a colpi di software, per quanto riguarda i programmi sull’intelligenza artificiale, è ufficialmente partita e il lancio di ChatGPT da parte di OpenAI, che aveva attirato l’attenzione di tutto il mondo digitale negli ultimi mesi, ha visto l’immediata controproposta del motore di ricerca più famoso al mondo.
ChatGPT, acronimo traducibile in “trasformatore pre-istruito generatore di programmi di dialogo”, in pratica è un prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale e sull’apprendimento automatico, sviluppato da OpenAI specializzato nella conversazione con un utente umano. Dalle incredibili potenziali applicazioni potrebbe rappresentare il futuro prossimo dei rapporti tra uomo e macchina.
Ecco la risposta di Google sulla IA
In un mercato affascinante, ma totalmente inesplorato come quello dell’intelligenza artificiale non poteva passare inosservato, per i giganti del digitale, l’avvento di ChatGPT, il rivoluzionario software lanciato da OpenIA nei mesi scorsi che così tanta curiosità e aspettative ha destato tra gli addetti ai lavori. Non si è fatta così attendere la risposta di Google, il motore di ricerca più utilizzato al mondo che, tramite il suo CEO Sundar Pichai, ha svelato Bard, un software basato sul modello di linguaggio conversazionale chiamato LaMDA. ‘”L’intelligenza artificiale è la tecnologia più profonda su cui stiamo lavorando oggi”, ha dichiarato il numero uno di Mountain Wiev, Sundar Pichai, e con un post sul blog ufficiale ha deciso di svelare al mondo intero i tratti che caratterizzeranno quella che viene già denominata ”l’anti ChatGPT”. ‘
‘Che si tratti di aiutare i medici a rilevare le malattie in anticipo o di consentire alle persone di accedere alle informazioni nella propria lingua, l’intelligenza artificiale aiuta le persone, le aziende e le comunità ad aumentare il proprio potenziale. E apre”, continua Pichai, “nuove opportunità che potrebbero migliorare significativamente miliardi di vite. Ecco perché sei anni fa abbiamo riorientato l’azienda attorno all’intelligenza artificiale e perché lo consideriamo il modo più importante per realizzare la nostra missione: organizzare le informazioni del mondo e renderle universalmente accessibili e utili”.
Un’idea rivoluzionaria
Tecnicamente sappiamo che Google Bard, almeno agli inizi, utilizzerà una versione semplificata di LaMDA e questo permetterà di richiedere una potenza di calcolo significativamente inferiore, consentendo a Google di aprirlo a più persone e dunque ricevere anche più feedback possibili per migliorarlo, per questo verrà rilasciato prima a un ristretta cerchia di utenti tester. Google Bard viene definita, sempre da Sundar Pichai, come uno strumento per ”combinare l’ampiezza della conoscenza mondiale con l’intelligenza, la potenza e la creatività dei nostri grandi modelli linguistici. Bard utilizza le informazioni presenti sul Web per fornire risposte aggiornate e di alta qualità. Può essere uno strumento per la creatività e un trampolino di lancio per la curiosità: per esempio, aiutando a spiegare a un bambino o una bambina di 9 anni le nuove scoperte del telescopio spaziale James Webb della NASA, o per saperne di più sui migliori attaccanti di calcio in questo momento, o per ottenere consigli su come migliorare le proprie competenze”.