Non è affatto un mistero che la presenza di Roberto Benigni, alla prima puntata del Festival di Sanremo, abbia scatenato un bel po’ di polemiche. Tanto è vero che il giornalista non gliele ha mandate assolutamente a dire
La 73ma edizione del Festival di Sanremo è iniziata davvero con il botto. In tutti i senti. Primo “super ospite” della kermesse italiana è stato il noto attore Roberto Benigni. Fortemente voluto da Amadeus (alla sua quarta conduzione consecutiva). La sua presenza, però, come riportato in precedenza, ha scatenato un bel po’ di polemiche. Un lungo monologo sulla Costituzione che ha diviso gli italiani: c’è chi ha apprezzato e chi invece no. Il tutto dinanzi alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una prima volta storica per la kermesse italiana. Tanto è vero che, nella giornata di ieri, lo stesso Amadeus aveva annunciato la sua presenza. La stessa che ha fatto molto discutere. Ad avviare le prime polemiche ci ha pensato l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi: la stessa che ha chiesto alla Rai di rendere pubblico il compenso percepito dal toscano nella serata di ieri.
In merito a questa vicenda ha voluto dire la sua un noto giornalista della Rai che non gliele ha mandate assolutamente a dire. Tanto da lanciare una vera e propria frecciatina nei confronti del Premio Oscar, direttamente dal proprio account ufficiale di Facebook: “Molto toccante il monologo di Roberto Benigni al Festival di Sanremo sui 75 anni della nostra Costituzione. Il maestro Benigni ha sottolineato come il suo articolo preferito sia l’articolo 21: ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure’. Sono certo che per coerenza il maestro nei prossimi giorni ritirerà la querela che nel 2017 ha presentato nei confronti del sottoscritto, del collega Giorgio Mottola, della Rai e di Report”.
Sanremo, Ranucci contro Benigni: “Ritiri la querela contro Report del 2017“
Il giornalista si riferisce alla querela presentata dall’attore e dalla moglie, Nicoletta Braschi, contro la trasmissione. Il motivo? L’inchiesta sui finanziamenti pubblici allo spettacolo. Che vedeva coinvolti proprio la coppia di attori. La vicenda degli studi di Papigno, dove Benigni girò ‘La vita è bella’ e ‘Pinocchio’. Il suo obiettivo era quello di trasformare il piccolo paese negli Umbria Studios. Anche se il progetto non andò per il verso giusto. Si parla di ben 5 milioni di euro raccolti dalla coppia di attori.
Nel 2005 la Cinecittà Studios (società di Luigi Abete, Aurelio De Laurentiis e Andrea Della Valle) rileva gli studi facendosi carico dei debiti. Dopo la querela presentata dall’attore, il giornalista precisò: “Mai detto che Benigni ha usufruito di finanziamenti pubblici per ristrutturare gli studi di Papigno. I 10 milioni di fondi pubblici, citati dal sindaco di Terni, sono serviti per bonificare e sistemare il contesto intorno all’operazione”.