Super Bowl: ecco perché saranno i “commercial” più costosi dell’anno televisivo

Un giro d’affari di oltre 480 milioni di dollari, saranno le pubblicità più viste dell’anno negli Stati Uniti e prese nel loro insieme diranno anche alcune cose su quello che succede nel mondo

Domenica prossima dal tardo pomeriggio, gli Stati Uniti si fermeranno per seguire l’evento dell’anno: il Super Bowl in programma a Glendale, in Arizona tra Kansa City e Philadelphia. L’emittente televisiva Fox, che secondo l’alternanza prevista nella trasmissione della finale sarà il network incaricato di irradiare nel mondo l’evento, ha già annunciato che ha venduto ogni secondo disponibile della pubblicità prevista all’interno della diretta.

Lo State Farm Stadium di Glendale – Notizie.com Ansa foto

Ogni anno il Super Bowl solo negli Stati Uniti finisce nelle case di oltre 100 milioni di telespettatori, senza considerare il mercato quasi equivalente nei numeri al di fuori dai confini statunitensi. Ecco perché per il mercato pubblicitario resta il momento clou dell’anno e dalla tipologia di spot pubblicitari trasmessi si capiscono anche le tendenze di moda, le politiche economiche e quello che sta accadendo nel mondo.

Un vorticoso giro d’affari

Fra le trenta trasmissioni televisive più viste nella storia della televisione americana, 28 sono edizioni del Super Bowl. Questo perché il football è oramai diventato di gran lunga lo sport più popolare d’America dopo aver ampiamente superato il baseball, e a differenza degli altri tre campionati principali, baseball, basket e hockey, il suo titolo viene assegnato in un evento unico, e non con una serie di partite. Ovviamente il giro d’affari che si viene a creare dietro un evento di tale portata è gigantesco e uno degli aspetti principali è la vendita degli spazi pubblicitari all’interno delle quasi 4 ore di diretta che ipnotizzeranno più di 110 milioni di americani e probabilmente altrettanti nel  mondo, nonostante il fuso orario. Basti pensare che uno dei momenti più seguiti è lo spettacolo musicale all’intervallo della partita, dove gli artisti fanno a gara per misurarsi con questa platea sconfinata, l’Halftime Show, che fino allo scorso anno era brandizzato dalla Pepsi Cola che gli aveva dato anche il nome. Quest’anno, a suon di milioni di dollari, lo spazio è stato conquistato dalla Apple e si chiamerà Apple Music Halftime Show.

Il Commisioner Goddell alla presentazione della finale – Notizie.com 20230209

Gli spazi pubblicitari sono come dei mini film

La rete televisiva Fox, che per questo 2023 sarà il network che trasmetterà l’evento nel mondo, 18 mesi fa aveva già venduto il 95% di tutti gli spazi pubblicitari disponibili, prima, durante e dopo la finale.  E ieri ha annunciato di aver chiuso l’intero pacchetto disponibile. In costante crescita per audience, gli spazi commerciali durante la partita sono da sempre i più costosi del palinsesto televisivo e ogni anno c’è una vera e propria corsa al rialzo per accaparrarsi i trenta secondi di spot. Il prezzo è di circa 5 milioni di dollari per 30 secondi di spot con una raccolta totale durante l’evento, stimata da Forbes, di circa 480 milioni di dollari e in continua crescita. Fin dagli anni Ottanta, la pubblicità televisiva non è mai stata secondaria rispetto alla partita in sé e spesso ha attratto tanto interesse quando le sorti del campionato, creando veri e propri momenti iconici della televisione mondiale. 

L’halftime show brandizzato dello scorso anno – Notizie.com

I maggiori brand mondiali sanno di dover sfruttare l’enorme platea a disposizione e ne approfittano lanciando nuovi modelli, cambiando tendenze della moda e con l’aiuto di registi famosi e attori super pagati, realizzano dei mini film di 30 secondi che hanno fatto la storia della tv tanto sono diventati iconici. La vendita degli spazi pubblicitari inoltre può dire molto sui consumi e sulle tendenze diffuse nel pubblico statunitense, e di conseguenza anche qualcosa sul mercato globale. L’anno scorso, per esempio, si notò soprattutto la presenza di agenzie di viaggio online in concomitanza con l’alleggerimento delle restrizioni sugli spostamenti internazionali, e delle criptovalute, uno dei settori più in ascesa. Quest’anno proprio le criptovalute sono sparite dal palinsesto, visto il crollo verticale sul mercato globale, mentre si registra un aumento nel settore delle compagnie di scommesse, in concomitanza con la caduta di alcuni divieti in diversi stati importanti della confederazione americana.

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