Ecco uno strumento utile per capire se il testo che stiamo leggendo è di origine umana o frutto dell’intelligenza artificiale
ChatGPT sta spopolando, è inutile nascondere che l’arrivo di questa sofisticata intelligenza artificiale se da un lato potrà rivelarsi come un altro decisivo progresso tecnologico destinato a cambiare la nostra vita, dall’altro ancora incute un po’ di timore. Come tutte le novità di questa portata del resto non si può che avere più di un dubbio sulle sorti della nostra vita nel prossimo futuro.
Mentre il mondo aziendale si sfrega le mani in attesa di poter utilizzare l’intelligenza artificiale al posto del personale umano con ingenti risparmi, i lavoratori temono di dover perdere il loro posto di lavoro. Mentre a scuola l’ingresso dell’intelligenza artificiale potrebbe significare un nuovo metodo di insegnamento più adatto al tempo in cui viviamo, i professori sono giustamente spaventati dall’uso fatto dagli studenti di ChatGPT come strumento per copiare. Se allora il sentimento che prevale in questo momento è ancora quello di paura ed incertezza ecco qui un metodo per riconoscere se il testo generato è frutto dell’intelligenza artificiale o opera di un essere umano.
L’IA e l’elemento imprevedibilità
Per scoprire l’origine di un testo bisogna fare un passo indietro e risalire alle metodologie utilizzate dagli sviluppatori nella creazione di IA come ChatGPT. Quello che per ora prevale è una sconfinata base di conoscenza digitale con la quale viene rifornito il “cervello” dell’app. Questa potrebbe in un certo senso corrispondere alla base di conoscenze che un essere umano sviluppa nel corso degli anni con lo studio e l’apprendimento. Se il sistema digitale può automatizzare in un attimo un processo che richiede una vita umana, non potrà però mai sviluppare una sua coscienza critica e una sua intima capacità di esprimere un concetto.
Sarebbe proprio questo elemento, meglio specificato come “imprevedibilità“, ad essere ad oggi, e probabilmente anche per il futuro, il discrimine tra un testo umano e uno sintetico. Nel parlare, scrivere e colloquiare quello che ha di speciale ognuno di noi è l’imprevedibilità del linguaggio. Sulla base di una stessa conoscenza ciascuno può esprimere il concetto in maniera diversa ma egualmente corretta. Ecco perché anche gli sviluppatori di app come ChatGPT assicurano che chi ha a che fare giornalmente con il racconto di storie, dalle più semplice alle più lunghe e complesse, non potrà mai essere sostituito integralmente dall’IA. E se così fosse basterebbe poco per riconoscere il testo sintetico, basterebbe un sistema di rilevazione che ovviamente le grandi aziende tech stanno già progettando.