Manifesti per la città: ecco il modo scelto da Maurizio Bettazzi per raccontare la verità

L’ex consigliere della città di Prato ha deciso di festeggiare così la sua assoluzione. Era accusato di abuso di ufficio e concussione, ma dopo dieci anni è stato assolto perché il fatto non sussiste

Una storia tutta italiana, come ce ne sono molte altre, di mala giustizia o semplicemente di troppa fretta, fatto sta che il giudizio su un presunto indagata e la persona scagionata completamente, ma soltanto dopo lunghissimi dieci anni. Ecco perché, l’ex assessore comunale di Prato, Maurizio Bettazzi, ha voluto farlo sapere ai concittadini in un modo poco ortodosso, ma sicuramente efficace.

I manifesti che hanno tappezzato la cittadina di Prato – Notizie,.com –

Tutto cominciò nel 2013, Bettozzi era un mediatore creditizio e faceva consulenze nei confronti di una società partecipata del Comune di Prato che all’epoca era in cerca del rifinanziamento di alcune linee di credito. Tutto regolare. Gli inquirenti, però, gli contestarono una fattura di 2800 euro ritenendo che fosse una tangente mascherata in quanto, all’epoca, era anche il presidente del Consiglio comunale.

Una storia paradossale

Ci sono voluti quasi 10 anni, ma Maurizio Bettazzi ha ottenuto finalmente giustizia e anche una sorta di “rivalsa” politica. Perché l’ex presidente del Consiglio comunale di Prato, che nel lontano 2013 era stato accusato di abuso d’ufficio e concussione, dopo una lunga trafila giudiziaria, oggi ha potuto finalmente rivendicare l’assoluzione con formula piena. E ha scelto di farlo in una maniera particolare, ma estremamente efficace per l’immediatezza del messaggio. Ha tappezzato la cittadina di Prato di cartelli con scritto “Assolto. Perché il fatto non sussiste”. L’ex consigliere ha voluto spiegare ai microfoni la sua incredibile storia e dopo essere stato accusato di aver preso una tangente “Ho subito portato tutte le carte, oltre a decine di testimoni, per dimostrare la correttezza del mio operato. Non c’era nessuna tangente”. Ma i magistrati non gli hanno mai creduto “No, assolutamente. Mi indagarono per corruzione per potermi intercettare. Sono stato più di sei mesi con il telefono sotto controllo. Con l’abuso d’ufficio non sarebbe stato possibile in quanto quel reato non lo consente. Poi ho subito perquisizioni, sequestri, di tutto. E aggiungo che gli elementi per il mio proscioglimento erano evidenti fin dal primo giorno. Il gip ed il Riesame durante le indagini preliminari avevano anche negato ai due pm le misure cautelari che avevano chiesto nei miei confronti, e scelsi di dimettermi dalla mia carica di consigliere”.

Maurizio Bettazzi assolto dopo 9 anni – Notizie.com –

La scelta dei manifesti in piazza

Non è facile tornare alla vita normale da uomo assolto e neanche è così forte la voglia di tornare a fare politica: “Mah, non saprei, dipende se qualcuno me lo chiede. Io avevo una bella carriera davanti. Ero anche vice presidente regionale dell’Anci”.  Insieme a lui sono stati assolti, Sandro Gensini, ex direttore di Asm, e l’ex direttore della Banca di credito cooperativo, Area pratese Stefano Solenni. Ora dunque il passaggio al contrattacco per rivendicare la sua innocenza e riabilitare la sua immagine, ovviamente macchiata dalle accuse e dalla lunga indagine. Bettazzi ha pensato di tappezzare la città di cartelloni 6×3 in cui spicca il suo volto e le scritte a caratteri cubitali “Assolto dopo dieci anni, il fatto non sussiste”. “I manifesti saranno presto una decina e resteranno almeno per un mese”, aggiunge Bettazzi ai giornalisti, “Purtroppo non posso più farlo sapere alle persone che sono morte in questi anni e confermargli ciò che gli dicevo. Chi mi aveva tolto il saluto e chinava la testa quando mi incrociava, adesso vedrà il cartellone e saprà che ero la stessa persona di prima di questa vicenda“.

Gestione cookie