L’Agenzia europea del farmaco ha aperto un’indagine per verificare i rischi legati all’assunzione dei farmaci contro influenza e raffreddore contenenti sostanze potenzialmente dannose
Un colpo di tosse di troppo, due linee di febbre sospette e subito proviamo a correre ai ripari prendendo il classico farmaco da banco che teniamo sempre pronto in casa. Li prendiamo contro febbre, allergia o naso tappato e speriamo che facciano effetto il più velocemente possibile e la maggior parte delle volte senza neanche guardare cosa viene riportato sul bugiardino. Ora sta emergendo che potrebbero causare ictus, infarto e ischemia.
La sostanza sotto imputazione è la pseudoefedrina, contenuta in medicinali comunissimi reclamizzati per tutto l’anno e acquistabili senza ricetta. Tra questi Actifed, Aerinaze, Aspirin Complex, Clarinase, Humex rhume e Nurofen Cold and Flu, Reactine.
Un farmaco da banco potenzialmente pericoloso
E’ scattato in queste ultime ore un allarme sull’utilizzo dei farmaci da banco contro il raffreddore e l’influenza. A finire sotto inchiesta è il componente chiamato pseudoefedrina, per questo l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ha avviato un’indagine per verificare se ci sia un rischio legato alla loro assunzione. In particolare il sospetto è che il loro uso possa essere legato a patologie dei vasi sanguigni del cervello, ovvero la sindrome da encefalopatia posteriore reversibile e quella da vasocostrizione cerebrale reversibile. La pseudoefedrina viene assunta per via orale e viene utilizzata da sola o in combinazione con altri medicinali per trattare la congestione nasale (naso chiuso) derivante da raffreddore, influenza o allergia. PRES e RCVS possono comportare un ridotto afflusso di sangue (ischemia) al cervello e, in alcuni casi, possono causare complicazioni gravi e pericolose per la vita.
I sintomi comuni associati a PRES e RCVS includono mal di testa, nausea e convulsioni. “Non è la prima volta che si hanno sospetti sulla pseudoefedrina. Per la sua attività di contrazione dei vasi gli effetti cardiovascolari sono possibili”, spiega il farmacologo Silvio Garattini, fondatore dell’istituto Mario Negri. “Non mi sorprende dunque la decisione di Ema di una revisione sulla sicurezza dei medicinali. Per i farmaci non soggetti a prescrizione dovrebbero essere previsti controlli maggiori rispetto agli altri e dovrebbe esserci un’Authority per il controllo dei messaggi pubblicitari”.
Pochi comunque i casi sospetti
La revisione dell’Agenzia europea del farmaco è partita dopo la richiesta dell’agenzia francese dei medicinali che è stata allertata dopo un numero non elevato di casi di sindrome da encefalopatia posteriore reversibile e di sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile, registrati dopo l’uso di farmaci contenenti questa sostanza. In particolare la segnalazione è partita dopo aver riscontrato dieci casi, riguardanti comunque persone che presentavano già alcuni fattori di rischio.
La revisione verrà condotta dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’Ema: spetterà a quest’organo trasmettere una serie di raccomandazioni al Comitato per i medicinali per uso umano che adotterà quindi un parere. Alla fine sarà la Commissione Ue a emettere una decisione vincolante per tutti gli Stati membri. I sintomi più comuni, a cui prestare attenzione, possono comprendere il mal di testa, la nausea e le convulsioni. In particolare i medicinali con pseudoefedrina provocano il restringimento dei vasi sanguigni e questo comporta una riduzione della quantità di fluido rilasciato dai vasi, con minore produzione di muco nel naso.