Compagni di squadra, amici, fratelli. Sinisa Mihajlovic e Dejan Stankovic hanno creato un rapporto che andava oltre il calcio e sconfinava nella vita vera, quotidiana, in un rapporto simile a quello tra fratello maggiore e fratello minore. Il tecnico della Samp ha voluto ricordarlo con parole toccanti.
Quando ha vinto a Reggio Emilia contro il Sassuolo, con la sua Sampdoria, ha guardato il cielo e s’è commosso. Dejan Stankovic aveva perso da poco un amico, un fratello, un riferimento. Perché anche nel calcio possono nascere rapporti che vanno oltre la semplice professionalità e i rapporti di spogliatoio.
Quello tra Stankovic e Sinisa Mihajlovic non era solo un rapporto tra compagni di squadra. Hanno condiviso tanto sul campo, è vero, prima alla Lazio, poi all’Inter e anche in nazionale. Ma tra Deki e Sini era diverso, amici e fratelli. Sinisa aveva accolto alla Lazio quel ragazzino arrivato improvvisamente dalla Stella Rossa, strappato da Cragnotti alla Roma con una trattativa lampo. Stankovic all’epoca era uno dei talenti più in vista d’Europa e la Lazio non se lo fece sfuggire, con un blitz beffardo per i cugini. Decisiva anche la presenza di Mihajlovic che per Dejan divenne una chioccia, prendendolo sotto la sua ala protettrice. Insieme hanno vinto tutto, ma soprattutto hanno costruito un affetto che va oltre il tempo e anche oltre un destino atroce: “Ho parlato sempre con Sinisa, di tutto. Era il mio punto di partenza, il mio punto di riferimento, uno che mi diceva: ‘Vai tranquillo, andrà tutto bene’. Solo quello”.
Stankovic e il ricordo di Mihajlovic: “Era un fratello, perché sapeva anche tritati le orecchie…”
Come un fratello, Sinisa, anche quando c’era da tirare le orecchie: “Ci parlavo di tutto, poi le scelte le facevo io, ma lui ti dava consigli, ti tirava le orecchie quando le cose non andavano bene. Quello è il fratello, non quello che ti dice solo quando le cose vanno bene, ma che ti rimprovera quando sbagli”, ha raccontato a Dazn. Commuovendosi perché se perdi un fratello l’anima si dilania, si apre, si spacca in tanti pezzi e molti ne perdi per sempre: “Lui mi ha portato via tutte le parole, il dolore immenso e quello di Arianna, dei bambini, di suo fratello, di sua mamma… Io prego tutte le notti Dio di dare loro la forza di andare avanti.
Fa fatica Stankovic a raccontare i suoi sentimenti: “Mi tengo tutto dentro e sono fiero di aver fatto parte della sua vita. Quanto? Non lo so, ma ne ho fatto parte. E sono orgoglioso che lui sapeva quello che pensavo. E quanto lo rispettavo, quanto gli volevo bene. Una frase che me lo ricorda? Ce ne sono tante, come questa: ‘Non ti devi pentire mai di quello che hai fatto, solo di quello che non hai fatto’”. Perché un fratello maggiore è questo. Un esempio, un riferimento. Uno che sa esserci sempre, anche quando non c’è più.