Alessio D’Amato esce nettamente sconfitto da queste elezioni regionali nel Lazio. L’ex assessore nelle sue prime dichiarazioni attacca Conte: “Il vero sconfitto è lui. Pd? Il risultato è migliore rispetto a quello di cinque anni fa, ma non è servito per vincere”.
Il centrosinistra dice addio al Lazio. Dopo dieci anni di governo della Regione, il Pd non riesce a confermarsi in questa nuova tornata elettorale. La scelta Alessio D’Amato non ha pagato anche se i risultati sono migliori rispetto a cinque anni fa. L’ex assessore, infatti, dovrebbe ottenere intorno al 34%, percentuale leggermente più alta in confronto al 2018 (32,9%), ma il centrodestra ha superato il 50% non permettendo al candidato dei dem di succedere a Zingaretti.
L’ammissione della sconfitta da parte di D’Amato è arrivata circa due ore dopo la chiusura dei seggi. E l’ex assessore, oltre a complimentarsi con Rocca per la vittoria, ha duramente attaccato Conte, accusandolo di essere il primo responsabile di questa sconfitta da parte della sinistra.
D’Amato: “Complimenti a Rocca per la vittoria”
Come riportato da La Repubblica, D’Amato nelle sue prime dichiarazioni si è complimentato con Rocca: “L’ho chiamato e gli ho fatto le congratulazioni per la vittoria. Ma anche detto che la nostra opposizione sarà netta. Io voglio ringraziare gli elettori. L’altra volta come centrosinistra abbiamo ottenuto il 32,9%, oggi i dati sono molto più alti. Ma questi numeri, a differenza di cinque anni fa, non sono serviti per vincere“.
L’ex assessore ha anche ribadito che “il dato generale sembra essere condizionato dall’onda lunga delle politiche. I dati di Lombardia e Lazio sono molto simili“. E poi l’attacco a Conte: “I veri sconfitti sono proprio i pentastellati e il loro leader dovrà riflettere sulle scelte compiute. Alle scorse regionali presero il 27%, in queste potrebbero andare sotto il 10%. Quindi il grande errore è stato il suo“.
“Riflettere sull’astensione”
D’Amato in queste prime dichiarazioni si è soffermato anche sull’astensione: “Un dato preoccupante è l’astensionismo e su questo bisogna fare una riflessioni tutti insieme. Anche a Roma è andato a votare una persona su tre. Si deve ragionare tutti insieme e trovare una soluzione”.