Studentessa universitaria suicida per “fallimenti”: negli ultimi anni i numeri sono aumentati sempre di più
Una vicenda che non deve assolutamente essere dimentica ed, allo stesso tempo, essere messa da parte. Anche perché non si tratta affatto del primo episodio che si verifica nel nostro Paese. Con la speranza che sia sempre l’ultimo perché raccontare notizie del genere è un colpo al cuore per tutti quanti noi. Oltre che ad essere una sconfitta. Ci stiamo riferendo alla studentessa universitaria di Milano che, poche settimane fa, ha deciso di farla finita suicidandosi. Con tanto di sciarpa al collo ed un bigliettino in tasca chiedendo scusa a chi pensa di aver deluso per via dei suoi “fallimenti“. Da quel giorno in poi la vita per i suoi genitori non è più la stessa.
Ma di quali fallimenti stiamo parlando? E’ mai possibile poter utilizzare questo termine nei confronti di alcuni ragazzi che ritardano gli esami e non sono al passo con i tempi? Oppure si trattava semplicemente di un percorso universitario sbagliato? Il sentirsi in “obbligo” di continuare gli studi perché “altrimenti non si è nessuno senza una laurea” deve finire. Lo stanno dicendo da tempo gli studenti che si sentono sempre sotto pressione. Per via dei propri genitori. Basta con queste gare che non portano a nulla, se non ad un livello di pressione tale da compiere anche questi gesti estremi.
Studentessa suicida, non è l’ultimo caso: numeri in aumento
Purtroppo, come riporta l’OMS, i suicidi sono la seconda causa di morte per i giovani dai 15 ai 29 anni. La Federazione Italiana Medici Pediatri ha voluto lanciare un vero e proprio allarme. Basti pensare che, negli ultimi due anni, si è arrivati addirittura al +55%. Ad aggravare la situazione ci ha pensato la pandemia con le sue misure restrittive. Il totale delle persone che hanno deciso di farla finita è aumentato a 4.000 l’anno. Senza dimenticare gli altri motivi (assolutamente da non sottovalutare) come: attacchi di panico, depressione, disturbi alimentari, droga, alcol e molto altro ancora.
Per non parlare dei social network che hanno un ruolo importante (e dannoso) per intere generazioni. Per l’esperta psicologa Elisa Caponetti non ci sono dubbi: i giovani si sentono vittime di una crescente frustrazione. Si sentono sempre più soli e si isolano trovano riparo in questi mezzi di comunicazione che non portano a nulla. C’è una grande differenza tra vita reale e quella virtuale. A dire il vero non bisognerebbe neanche discuterne più di tanto. Si continua a parlare di inserire, nel “decreto milleproroghe“, un bonus psicologo. Proprio come confermato dal Presidente del Consiglio Nazionale degli Psicologi, David Lazzari.