Ecco il paese scolpito nella roccia: un viaggio nella Petra italiana

Esistono posti in Italia sconosciuti a molti perché fuori dalle rotte turistiche, ma che possono nascondere luoghi magici che ci riportano alla mente tesori famosi in tutto il mondo

Sembra di essere in Giordania, infatti viene chiamata la Petra d’Italia per la sua somiglianza al noto sito archeologico Patrimonio dell’Umanità, una delle meraviglie del mondo, ma siamo a Norchia, nella Tuscia viterbese. Il suo fascino e l’alone di mistero che la circondano la rendono una delle aree più suggestive del nostro Paese, ma resta sconosciuta ai più.

Petra, una delle sette meraviglie del mondo – Notizie.com –

Norchia è un sito archeologico preistorico, etrusco, romano e medievale, nei pressi di Vetralla, anche se sia le necropoli che i resti della città ricadono nel territorio del comune di Viterbo. Era situata lungo la via Clodia e gravitava nell’orbita della vicina e più potente Tarquinia.

La Petra d’Italia

La Tuscia è una terra antica, ricca di storia, necropoli etrusche e luoghi più o meno conosciuti. Lontano dal turismo di massa che colpisce Roma, questa parte del Lazio è rimasta intatta, ancorata ai tempi antichi, aggrappata a un passato che sembra voler custodire gelosamente. Una delle necropoli rupestri meglio conservata e arrivata quasi intatta fino a noi è quella di Norchia, il cui nome sembrerebbe derivare dai termini etruschi Urcla o Orcla. Si tratta di un’area di cui si sa ben poco, situata nel comune di Vetralla e abitata sin dall’età del Bronzo Medio, tra il 1700 e il 1350 a.C., ma che conserva intatto il fascino antico. A dimostrarlo sono le tante sepolture a grotticella presenti tutt’intorno la zona di Piano del Casalone e alcuni scavi condotti nel 1970, grazie ai quali gli archeologi hanno riportato alla luce tracce di alcune capanne.

Alcuni passaggi scavati nella roccia dal vento e dal tempo riportano la mente alla meravigliosa Petra, la città scolpita situata a circa 250 km a sud della capitale Amman, in Giordania, costruita 2000 anni fa in un bacino tra le montagne a est del Wadi Araba, la grande valle che si estende dal Mar Morto fino al Golfo di Aqaba del Mar Rosso. Un sito di inestimabile valore archeologico, con le numerose facciate intagliate nella roccia, riferibili per la massima parte a sepolcri, che ne fanno un monumento unico, dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e dichiarata una delle sette meraviglie del mondo moderno.

Alla scoperta di Norchia nella Tuscia viterbese – Notizie.com –

Il periodo di massimo splendore di Norchia, vissuto durante il periodo etrusco, svanisce intorno al II secolo a.C., quando il territorio viene assegnato al municipio romano di Tarquinia. La città è rimasta in piedi fino al 1453, anno in cui un’epidemia di malaria costrinse gli abitanti della zona ad abbandonare la propria terra. Oggi sono rimaste, come testimonianza di quel passato, alcune tombe, quasi tutte costruite con la tecnica a dado o finto dado, scavate nel tufo rosso e arricchite con svariati accorgimenti architettonici che ancora oggi possiamo ammirare in tutta la loro bellezza. Alcune di queste, proprio per la loro caratteristica e per il loro stato di conservazione risultano essere tra le più importanti del mondo etrusco.

Le tombe etrusche di Norchia perfettamente conservate – Notizie.com

Possiamo citare, per esempio, la Tomba Ciarlanti, la Tomba Smurinas, la Tomba Prostila e la Tomba Caronte nella necropoli del Fosso di Pile, e la Tomba dei Lattanzi in quella del Biedano. Le tombe, alcune delle quali usate nel medioevo come abitazioni a grotta e ricoveri, risalgono a due periodi differenti: l’arcaico, tra il VI e il V secolo d. C. e le ellenizzanti tra il IV e il II secolo d. C. Tutte queste sepolture sono state scavate sotto le pareti di tufo in modo da essere rivolte a occidente, dove tramonta il sole, forse a voler simboleggiare il tramonto della vita.

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