Nonostante quanto detto nelle scorse settimane, il decreto sulle officinali è stato annullato: la canapa può essere usata interamente.
Da questo momento in poi la canapa può essere utilizzata nella sua interezza, compresi i suoi fiori, ad avere annunciato la sentenza è stato il Tar del Lazio che ha appunto analizzato e poi accolto i ricordi arrivati dalle varie associazioni, annullando anche il decreto precedente.
Tutto il provvedimento è stato anche seguito dall’avvocato Giacomo Bulleri, che ha seguito il ricorso insieme allo studio legale Legance, e dalle associazioni che per prime ci hanno creduto: Canapa Sativa Italia, Resilienza Italia onlus, Sardinia Cannabis e Federcanapa.
“Siamo contenti anche perché la sentenza è andata oltre alle nostre aspettative citando come esempio quella del consiglio di stato francese” queste le parole di Mattia Cusani di CSI, a lui fa coro proprio l’avvocato che ammette: “È necessario, in casi come quello in questione, che l’amministrazione fornisca un’adeguata spiegazione delle esigenze prioritarie di tutela della salute e di precauzione, fornendo i dati scientifici che dimostrano l’effettiva esistenza di un rischio derivante dalla coltivazione delle piante di canapa nella loro interezza (cioè semi, derivati dei semi, foglie e infiorescenze da cui è stata estratta la resina)”.
La canapa potrà essere utilizzata nella sua interezza: lo dice il Tar
Il Tar del Lazio ha annullato il decreto precedente ed ha confermato come la canapa potrà essere utilizzato nella sua interezza compresi anche i fiori e tutti il resto della pianta, il tutto è avvenuto a seguito del ricorso delle varie associazioni.
“In estrema sintesi, il Conseil d’Etat, pronunciandosi sulla legittimità del provvedimento nazionale di divieto, sottolinea, anzitutto, che una siffatta misura restrittiva deve essere giustificata alla luce dell’obiettivo di sanità pubblica perseguito e risultare proporzionata ai rischi per la salute connessi alle sostanze vietate, osservando, in proposito, che i suddetti rischi dipendono dalle quantità di THC effettivamente ingerite a seconda dei prodotti consumati e dei modelli di consumo, così da concludere che, allo stato dei dati scientifici, il consumo delle foglie e dei fiori delle varietà di cannabis con un tenore di THC inferiore allo 0,3% non crea rischi per la salute pubblica tali da giustificare un divieto generale e assoluto della loro commercializzazione” questo quanto si legge nella sentenza del Tar.
Delle parole di grande soddisfazione sono anche quelle che arrivano dall’avvocato Bulleri, che ha anche sottolineato come la sentenza abbia anche un valore politico, visto che da questo momento in poi sarà davvero impossibile non tenerne conto e ancora: “Per anni abbiamo avuto interpretazioni restrittive, è la prima volta che abbiamo potuto discutere della legittimità di un provvedimento, il Tar ha accolto la linea interpretativa che da anni sosteniamo, in linea con gli altri Paesi d’Europa”.