La nuova formula della Champions League, allargata a 36 squadre, comincia ad avere effetti collaterali sulle altre manifestazioni nazionali e dalla lega di calcio inglese arriva la notizia che potrebbe avere un effetto deflagrante per altri paesi
E’ oramai ufficiale da settimane che dalla stagione 2024/2025 prenderà il via il nuovo format delle competizioni europee con la Champions League che sarà allargata a 36 squadre, con aumento delle partite perché si svolgerà come un vero proprio girone unico di campionato prima di arrivare, in un secondo momento, alla classica fase a eliminazione diretta. Questo allargamento della massima competizione europea per club porterà anche delle ripercussioni sugli altri due tornei continentali.
In Inghilterra, da sempre patria del football, convivono con sempre più difficoltà interessi economici, con una Premier League sempre più ricca di ingaggi e proprietà straniere, e storia del calcio con tornei come la F.A. Cup e la Coppa di Lega che, con più di cento anni di storia, regalano un fascino ineguagliabile.
Tornei sempre alla ricerca di nuovi soldi
Dopo la grande paura per l’avvento della Superlega, che nello spazio di una notte aveva completamente spaccato in due il calcio europeo tra i ricchi club alla ricerca di sempre più soldi per sopravvivere e la passione dei tifosi legati alle tradizioni di uno sport che da sempre appassiona milioni di tifosi nel mondo, la UEFA comunque ha cercato di modificare le proprie competizioni rendendole sempre più appetibili proprio dal punto di vista del ritorno economico. L’ultima grande novità è rappresentata dal nuovo format delle competizioni europee che entrerà in vigore dalla stagione 2024/25 con la Champions, Europa League e Conference League e vedrà crescere il numero delle partecipanti da 32 a 36.
Un cambiamento che comporterà più partite sicure per le partecipanti con evidente intasamento nel calendario. Non mancheranno le conseguenze quindi per alcuni tornei minori dei vari paesi che saranno costretti alla rimodulazione o, addirittura, nel peggiore dei casi, alla cancellazione. Chi potrebbe subire le prime conseguenze di questo cambiamento è il calcio inglese e più precisamente la Coppa di Lega o Carabao Cup, come è adesso denominata in onore dello sponsor di turno, che potrebbe subire una rimodulazione con la cancellazione della doppia sfida in semifinale o anche la possibilità per i club impegnati in Champions di schierare le seconde squadre.
Un torneo storico e affascinante potrebbe chiudere per sempre
Proprio mentre nello scorso weekend la Carabao Cup ha visto l’epilogo per la stagione 2022-23 con la finalissima andata in scena nella classica cornice dello stadio di Wembley, a Londra, con la vittoria del Manchester United sul Newcastle United, il presidente dell’EFL, Rick Parry, si è detto scettico sul futuro di questa competizione: “L’anno scorso abbiamo avuto un pubblico record per la Carabao Cup, con quattro milioni di persone che hanno assistito alla finale. Quest’anno le presenze saranno superiori e dovrebbero portare a un record per la competizione, che è immensamente popolare. Detto questo: siamo disposti ad avere un dialogo costruttivo viste le sfide del calendario? Sì, naturalmente. Siamo pronti a prendere in considerazione praticamente ogni possibilità.
Senza dimenticare la questione della distribuzione delle risorse all’interno del mondo calcistico inglese con le federazioni al lavoro per un accordo: “La Premier League e l’EFL hanno dialogato e abbiamo presentato, ha commentato ancora Parry, “chiare proposte finanziarie relative all’aumento dei finanziamenti per la piramide e la regolamentazione finanziaria di accompagnamento. La Premier League ha parametri chiari per le discussioni fornite da un mandato dei club concordato a novembre”.
Insomma, una delle competizioni storiche in Europa, molto amata dagli appassionati inglesi, potrebbe finire ridimensionata se non peggio cancellata, a meno che non venga accettata la soluzione presentata dall’EFL di unire i diritti tv con la Premier League e dividere anche il 25% dei ricavi da destinare ai campionati inferiori, in modo tale che il denaro verrebbe quindi distribuito tra le prime due divisioni in base al merito, con il vincitore del campionato che guadagnerebbe il doppio della squadra che finisce in fondo.