ESCLUSIVA – Gianni Forti: “La Florida blocca Chico, mio nipote è stremato”

Era tutto fatto e annunciato da un anno il rientro dell’italiano, ma il Governatore De Santis ritarda ancora l’invio dell’ultimo documento a Washington per il via libera

Il detenuto
Enrico Forti conosciuto da tutti come Chico con la tuta del penitenziario di Miami (foto Ansa)

Una storia che tutti conoscono bene. Una vicenda straziante per la famiglia, ma anche per le tante persone che hanno seguito il caso di Enrico Forti, conosciuto da tutti come Chico. Un italiano che dal 2000 è detenuto a Miami e condannato all’ergastolo per il presunto omicidio di Dale Pike avvenuto il 15 febbraio del 1998. Una sentenza e una condanna senza alcuna “prova oggettiva e concreta”, ma questo è bastato per dare all’italiano una condanna pesantissima. La storia la conoscono tutti e ha preso le pagine di tutti i giornali l’anno scorso soprattutto con l’interessamento del Ministro Di Maio che proprio il 23 dicembre del 2020 scrisse su Facebook che tutto era sistemato e che a breve “Chico sarebbe tornato in Italia”.

Ebbene da quella data sono passati 380 giorni esatti ma Chico, nonostante la buona volontà e la fiducia di Di Maio e del successivo interessamento del Ministro di Grazia e Giustizia Cartabia, con la quale c’è stato un incontro il 17 giugno del 2021 con Gianni Forti, lo zio di Chico, ancora è lì, all’interno di una prigione per un assassinio sul quale, ed è dimostrato con i fatti e con le carte, ci sono tantissimi dubbi. Talmente tanti che la politica italiana, ma soprattutto la gente normale non si dà pace che ancora tutto è avvolto nel mistero e soprattutto bloccato. Con Notizie.com ci spiega e si sfoga Gianni Forti dopo un silenzio di mesi, ma ora è la volta di tornare a parlare e dire le cose come stanno esattamente. “Sono 22 anni che lottiamo, che soffriamo e che non ci arrendiamo mai – la premessa di Gianni Forti -, ma adesso devo ammettere che un po’ di scoramento e depressione c’è, non perché ci siamo arresi, ma per il fatto che l’anno scorso avevamo toccato il cielo con un dito, avevamo visto il traguardo grazie all’impegno incredibile, e lo devo ammettere, del ministro Di Maio, ma ora è tutto fermo e non è giusto“.

“Vi prego fate qualcosa, ho fiducia nella Cartabia, ma spero si faccia in fretta”

L'incontro
Il momento dell’incontro del 17 giugno del 2021 a Roma tra il Ministro Cartabia e Gianni Forti (screenshot notizie.com L’Adige)

Gianni Forti non è più giovanissimo, insieme alla compagna Wilma e a tutta la famiglia, più gli amici di Chico, sono anni che raccolgono documenti su documenti. Sono anni che lottano contro quello che sembra tanto un muro di gomma. “L’anno scorso sembrava tutto risolto – ha raccontato Gianni Forti a Notizie.com -, avevamo convinto Chico (che è una persona forte e orgogliosa, cocciuta e convinto delle sue idee e giustamente della sua innocenza, quindi non è stato facile convincerlo) ad appellarsi alla convenzione di Strasburgo che dava la possibilità di rientrare anche se come detenuto. Eravamo qui che lo aspettavamo grazie al grandissimo lavoro di Di Maio, ma poi si è bloccato tutto di nuovo. Il motivo? Il Governatore della Florida De Santis, che aveva firmato e sottoscritto il documento finale, l’ha lasciato sulla sua scrivania e non l’ha mai inviato a Washington. Ecco il vero motivo. Tutto è arenato e si rischia di ricominciare da zero, ma qui nessuno di noi è immortale“.

LEGGI ANCHE>>Chico Forti, il ministro Cartabia alza&la voce: Trasferitelo in Italia

Gianni Forti è una persona eccezionale, un uomo semplice ma tutto d’un pezzo che ha dedicato tutta la sua vita per combattere al fianco del nipote: “Finché avrò le forze, sarò qui in piedi a lottare, io come tutta la famiglia. Ci fidiamo della Ministra Cartabia, lei ci ha rassicurato e assicurato che farò di tutto, certo è al lavoro la diplomazia, ma il tempo passa e Chico è stremato ed è ingiustamente detenuto. Questa è la cosa che fa più rabbia. Era tutto pronto, la mamma di 94 anni è lì che aspettava, poi con il cambio dell’amministrazione, da Trump a Biden, c’è stato di nuovo un blocco. Assurdo. Inconcepibile. L’estate scorsa ho incontrato la Ministra Cartabia, grandissima persona, e lei mi ha promesso che la competenza è sua e si sarebbe mossa con tutte le possibilità che aveva“.

E’ necessario spingere. “Combattiamo contro un nemico invisibile”

Il cartello
Un manifesta che inneggia alla liberazione e alla giustizia di Chico Forti

La famiglia di Chico Forti è esausta e non vede l’ora di riabbracciarlo. “A Washington – spiega Gianni Forti -, il problema sembra ed è risolto, ma lo zoccolo duro è ancora la Florida, che non ha ancora mandato i documenti necessari per il rientro di Chico che devono essere inviati allo stato centrale e da lì al Ministero di Grazia e Giustizia perché Chico Forti non può rientrare in italia senza che ci sia una commissione di giudici che decida quale pena debba essere ancora scontata, ma questi benedetti documenti non arrivano, e il Governatore De Santis, che è pure di origini italiane, li ha sulla sua scrivania e non li manda. Il problema? Non lo so. So solo che De Santis è repubblicano, il dipartimento di giustizia è repubblicano, non so se ci possa essere un problema di potere. Spero solo che il nostro paese si faccia sentire e faccia le cose con la giusta correttezza e competenza, ma di questo non ho dubbi. I miei dubbi vengono dagli americani e come si muovono”

LEGGI ANCHE>>ESCLUSIVA Caso Chico Forti, ex-ministro Terzi: Ecco perché potrebbe tornare

Il Governatore della Florida aveva sottoscritto una rinuncia ufficiale all’intera questione – ha sottolineato Gianni Forti -, ma poi questo trasferimento che sembrava imminente non si è più realizzato anzi se ne perse le tracce. Il pallino è sempre nelle mani degli americani e chi lo può far muovere sono i due ministeri esteri e grazia e giustizia. Io so solo che quando Chico è entrato in prigione aveva una moglie e tre figli di 4 e 2 anni, un altro di 11 mesi. Siamo andati avanti per la nostra strada senza mai piangere sulla spalla di nessuno e fino a quando abbiamo potuto ci siamo arrangiati da soli, abbiamo finito le risorse finanziarie e quelle psicologiche abbiamo tirato fuori tutto quello che abbiamo. Ora vogliamo Chico da noi. Si, è giunta l’ora e il momento che Enrico Forti detto Chico torni  nel suo Paese. E da uomo libero.

 

Gestione cookie