Durante la pandemia le immagini della città di Bergamo con l’esercito e le bare dei tanti morti sono ancora scolpite nella testa e nel cuore di tutti
Quelle notti di Bergamo nessuno le dimentica. Quelle notti e quei giorni dove, chi non era di Bergamo, vedeva le camionette dell’esercito muoversi per la città come se fosse in un film, sono immagini ancora nitide negli occhi e nel cuore di tanti italiani. Figuriamoci per i famigliari di tutte quelle persone che non ce l’hanno fatta, cosa stanno provando da quando la Procura di Bergamo ha chiuso la maxi-inchiesta sul Covid. “Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite”, scrive l’Associazione delle Vittime.
“La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni“, è quanto si legge in una nota dell’Associazione dei familiari delle vittime Il testo con cui l’Associazione ha presentato la nota parla chiaro, ovvero “Covid19 #Sereniesempreuniti’ che ha commentato così la chiusura dell’indagine bergamasca.
“Sono anni che ci battiamo per la verità”
“Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia”, sottolinea il direttivo dell’associazione, “siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia, confidando nella magistratura, e oggi non possiamo fare altro che ringraziare la dottoressa Rota, il suo team, e il Procuratore di Bergamo Antonio Chiappani“.
Non è stato un periodo facile per i famigliari anzi drammatico, anche perché tanti di loro, se non tutti, in quel periodo, non poterono nemmeno rivolgere l’ultimo saluto ai propri cari. Una delle cose più brutti e infamanti che ci sono state durante la pandemia. E ora la chiusura della maxi-inchiesta che riapre ferite mai rimarginate. “Questa decisione non ci restituisce i nostri cari e non cancella le lacrime che abbiamo versato, ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona”, osserva l’associazione #Sereniesempreuniti’. Per il team di legali dell’associazione “ora si sa che quelle persone hanno pagato il prezzo della inefficienza e della incompetenza istituzionale, ad ogni livello, e oggi finalmente qualcuno sarà chiamato a rispondere delle sue responsabilità”.