Roberto Speranza in un’intervista a La Repubblica: “La svolta nel Pd c’è stata e mi iscriverò appena sarà possibile. Ecco cosa penso dell’inchiesta di Bergamo sul Covid”.
Roberto Speranza è pronto a tornare nel Pd. Dopo la separazione avvenuta negli anni scorsi, l’ex ministro in un’intervista a La Repubblica ha annunciato la sua volontà di voler rientrare nei dem e lo farà appena saranno aperti i tesseramenti. Una decisione che è stata presa proprio per la vittoria di Elly Schlein alle ultime primarie.
“La nuova segretaria esprime una visione alternativa e per questo motivo ho deciso di iscrivermi al Pd – ha spiegato Speranza – sono certo che il nuovo partito abbia la forza di essere il perno di una nuova larga proposta che parli al Paese“. L’ex ministro si è anche augurato che nessuno vada via dai dem perché solamente insieme si potrà costruire una forza politica importante per contrastare il Centrodestra”.
Il Pd cambia nome?
In questa lunga intervista Speranza ha affrontato diversi argomenti e anche il tema di un possibile cambio nome del Partito Democratico, idea che al momento non sembra comunque essere nei piani della nuova segretaria. “Del nome ne possiamo discutere, ma l’importante era chiarire il profilo e l’identità – ha spiegato l’ex ministro – e questo penso che sia avvenuto“.
L’ormai nuovo esponente del Pd, inoltre, ha rilanciato la proposta del sindaco di Bologna Lepore e quindi è pronto a sostenere l’idea di richiamare il lavoro nel nome. Vedremo se su questo tema ci sarà una apertura da parte della nuova segretaria oppure, come detto in precedenza, il Partito Democratico continuerà a chiamarsi così nonostante la spinta di alcuni esponenti.
Speranza sul Covid: “Ho la coscienza a posto”
A La Repubblica Speranza ha rilasciato anche una brevissima dichiarazione sulla decisione della Procura di Bergamo di iscriverlo sul registro degli indagati per la gestione della prima fase in Lombardia della pandemia. L’ex ministro si è detto “con la coscienza a posto” e soprattutto ha ribadito di “avere agito nell’interesse esclusivo del Paese. Ho fiducia nella magistratura“.
Ricordiamo che i suoi atti e quelli di Conte saranno trasferiti al Tribunale dei ministri, chiamato, in caso di rinvio a giudizio, a decidere se accettare la richiesta del gip oppure no.