Per Renato Mannheimer nel Pd c’è un rischio possibile di “terremoto”. Lo ha affermato in una sua intervista che ha rilasciato al quotidiano ‘Il Giornale’ dove ha espresso il suo pensiero in merito
Per Renato Mannheimer non ci sono assolutamente dubbi. Il sondaggista, in un articolo pubblicato sul quotidiano ‘Il Giornale‘, parla addirittura di un possibile “rischio terremoto” all’interno del Pd. Ovvero il partito che, da qualche giorno, ha una nuova segretaria: si tratta di Elly Schlein che ha preso il posto di Enrico Letta e che ha battuto, nelle ultime primarie, lo sfidante Stefano Bonaccini. “La base del Pd non esiste come entità univoca visto che è un insieme frastagliato di opinioni e atteggiamenti. Proprio questa differenziazione e disunità sono una delle cause dell’ambiguità e della contraddittorietà negli ultimi anni della linea politica del Pd”.
Anche se, ci ha tenuto a sottolineare, che la Shclein è stata ben vista soprattutto dai giovani che hanno visto in lei la donna da dove ripartire. Soprattutto nelle aree urbane del Nord. A differenza del meridione dove c’è un atteggiamento molto più tradizionale: “Lo stesso che ha portato alla vittoria di Bonaccini”. Quello che il sondaggista si pone è quale reazione di elettorato tradizionale e degli iscritti ci potrà essere alla nuova linea proposta dalla nuova segretaria del Pd? La risposta non si è fatta attendere: “Fino a questo momento prevale lo sconcerto e l’attesa“.
Pd, rischio terremoto? Mannheimer: “Schlein dovrà misurarsi su politica estera“
Il sondaggista ha voluto sottolineare alcune tesi: “Bisogna ricordare che la stessa Schlein ha indicato come obiettivo iniziale del suo lavoro il mantenimento dell’unità del partito. Certe proposte o certe prese di posizione possano essere fortemente divisive“. Non tralasciando il fatto che la segretaria del Pd dovrà misurarsi anche sulla politica estera. Di certo non una cosa di poco conto.
Senza dimenticare inoltre: “Un mutamento delle posizioni sin qui assunte sull’Ucraina potrebbe infatti da un verso attirare i voti di quella larga parte di elettorato che si è ancora di recente dichiarata ostile all’invio di armi, ma produrrebbe al tempo stesso fratture notevoli all’interno del partito“. In conclusione ha parlato di una “estremizzazione/radicalizzazione della linea del partito”. In merito a ciò si possono avere delle conseguenze non da poco che potrebbero causare non pochi problemi.