Da Immobile a Zielinski: dal mostro in prima pagina al silenzio

Un anno fa Ciro Immobile fu condannato mediaticamente e attaccato. Oggi, il “caso Zielinski” passa nel silenzio più totale

Immobile e Zielinski vicende opposte – GettyImages –

Era tutto vero. Con tanto di foto sbattuta in prima pagina, anzi, sarebbe più giusto dire: una prima pagina interamente dedicata alla sua foto, e con accuse dirette. Un anno fa Ciro Immobile era stato il mostro da sbattere in prima pagina. Il calciatore che con il suo comportamento scriteriato, era sceso in campo con il rischio di fare una strage di contagi. Oggi, se possibile, abbiamo assistito ad una situazione ancora più assurda e paradossale, con un calciatore fermato da una Asl (Zielinski) ma schierato in campo in un big match (e risultato positivo a distanza di pochi giorni), nel silenzio generale. Senza un’accusa. Senza una minima presa di posizione. Senza prime pagine accusatorie e pronte a puntare l’indice contro un comportamento che lascia ancora parecchi dubbi.

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Nessuno chiede la lapidazione di un calciatore, soprattutto in un momento come questo in cui (tra nuove norme, divieti che cambiano in continuazione, regole ballerine e contagi in continuo aumento) si fa fatica a stare al passo con la nuova situazione. Ma agli occhi degli sportivi e degli amanti del calcio, non può risultare per lo meno bizzarro il diverso spazio mediatico dedicato alla scarpa d’oro del 2020, rispetto a ciò che è accaduto in Juventus-Napoli. Ma andiamo per ordine: Immobile andò in panchina ed entrò solo nel finale di Torino-Lazio, gara disputata il 1 novembre 2020. La settimana precedente era stato fermato per un tampone positivo dalla SynLab in vista della trasferta di Bruges in Champions League. Ciro, dopo la gara europea della Lazio, si sottopose a nuovi tamponi presso la struttura a cui si affidava la Lazio (la Futura Diagnostica di Avellino) che diedero un responso diverso: Ciro risultò negativo e venne schierato con i granata (segnò nel finale un rigore). Pochi giorni dopo la SynLab lo fermò nuovamente, in vista della trasferta di San Pietroburgo per un tampone positivo. Da li iniziò una lunga battaglia medica (Immobile si sottopose ad una lunghissima serie di test che diedero esiti contrastanti), ma soprattutto mediatica.

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Quello che doveva essere un orgoglio nazionale (Scarpa d’oro, capocannoniere del campionato, bandiera e centravanti titolare della Nazionale italiana), divenne un Mostro da sbattere in prima pagina. Il positivo che, fregandosene dei regolamenti, scendeva in campo pronto ad infettare compagni ed avversari. Oggi, in attesa di chiarire bene i contorni della vicenda Zielinski (fermato dalla Asl, la massima istituzione sanitaria, ma ugualmente sceso in campo contro la Juventus e poi risultato positivo al termine della gara) non possiamo non constatare il diverso comportamento degli organi di informazione. Come è possibile che (alla luce della campagna mediatica fatta contro Immobile) possa passare in silenzio una vicenda così particolare, senza clamori o prese di posizione? O forse ci si è accorti, a distanza di un anno, che si è esagerato contro un giocatore che ha avuto solo la colpa di imbattersi in una serie di tamponi dubbi, in un momento di poca chiarezza regolamentare?

 

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