A trent’anni dalla sua scomparsa, aleggia ancora un grande mistero sulla destinazione finale del grande patrimonio personale del celebre attore italiano. Dalla fondazione alla villa a Roma trasformata in un museo
Alberto Sordi è stato fra i più importanti attori del cinema italiano di tutti i tempi, ha recitato in 160 film ed è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana insieme con altri mostri sacri del suo tempo che hanno davvero fatto la storia del nostro cinema come Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Un personaggio molto amato dal pubblico, ha attraversato con con le sue interpretazioni più di 50 anni di storia italiana prima di lasciarci all’età di 83 anni.
Purtroppo la gigantesca figura di Alberto Sordi, sempre avvolta da un’aura particolare di grandezza, dovuta al suo grande successo e allo spessore dell’artista, ha lasciato spazio dopo la sua morte a squallide vicende ereditarie che hanno coinvolto membri della sua famiglia e uomini di sua fiducia. Offuscando, come sempre accade in questi casi e non certo per colpa sua, una carriera incredibile.
Un patrimonio immenso da gestire
Dopo aver deliziato il pubblico e averci lasciato in eredità centinaia di film e personaggi che hanno raccontato, come nessun altro è mai riuscito a fare, l’Italia prima e dopo la guerra e il successivo boom economico, alla sua morte sono arrivate a noi le tristi storie di eredità contese, considerando l’enorme valore del patrimonio lasciato dall’Albertone nazionale. All’apertura del testamento dopo la sua morte venne designata come unica erede la sorella Aurelia, alla quale l’attore affidò tutti i suoi averi. All’epoca della sua morte, alcune testate giornalistiche cercarono di calcolare l’ammontare dell’eredità lasciata da Sordi e si parlò di circa 30 milioni di euro, tra il fondo di dotazione della fondazione che sì aggirava sui di 21,225 milioni, più quattro conti correnti e due portafogli titoli, il 100% delle quote della società Aurelia cinematografica e oltre alle azioni del Campus biomedico di Roma. Tralasciando tutte le storie nate dalle persone che avevano sempre circondato la sorella dell’attore, il vero problema nacque alla morte anche di Aurelia Sordi il 12 ottobre del 2014. A quel punto erano in tanti che bramavano una ingente eredità.
Una battaglia legale infinita
Nonostante una lunga battaglia legale portata avanti da tutte le persone, parenti indiretti anche della sorella di Alberto Sordi, il testamento aperto dal notaio incaricato decise che l’intero patrimonio dell’attore romano, dopo la morte anche della sorella Aurelia, passasse interamente alla Fondazione che portava il suo nome: “Museo Alberto Sordi”. La Fondazione, che era presieduta proprio da Aurelia, era nata nel marzo 2011 per l’istituzione e la gestione del museo dedicato all’indimenticabile protagonista del cinema italiano, che sarebbe sorta nella storica villa dell’attore a via Druso, nel cuore della Capitale.
L’ente erediterà, oltre ai beni mobili, denaro e titoli che valevano quasi 100 milioni di euro, le quote di capitale della società Campus Biomedico, che si trova su un terreno di otto ettari donato a suo tempo da Sordi all’Opus Dei. Ma soprattutto a quel punto aveva ereditato anche l’immensa storia artistica di Alberto Sordi. Con buona pace di tutte quelle persone che “avevano puntato” una parte di quell’immenso patrimonio.