L’uscita di Creed 3 ha generato più di una polemica in merito alla totale assenza di Sylvester Stallone all’interno della pellicola, che risulta alquanto forzata visti i precedenti della saga
In realtà, la mancanza del personaggio di Rocky in Creed 3 era stata ufficializzata già da mesi, tuttavia i fan non si sarebbero mai aspettati di trovarsi di fronte ad un film in cui la figura di Rocky fosse quasi totalmente ignorata dalla sceneggiatura e dai dialoghi.
In Creed 3, la figura del pugile più famoso della storia del cinema è citata distrattamente in un solo frangente e ci chiediamo se questo sia dovuto alle numerosi dichiarazioni di Stallone in netto contrasto con la produzione della saga: “È stata presa in una direzione molto diversa da come l’avrei presa io. È una filosofia diversa quella di Irwin Winkler e Michael B. Jordan. Gli auguro ogni bene, ma sono molto più sentimentale. Mi piace che i miei eroi vengano picchiati, ma non voglio che vadano in quello spazio oscuro. Sento solo che le persone hanno già abbastanza oscurità”.
Stallone abbandonato dalla propria creazione
E’ evidente che se la parabola del personaggio interpretato per decenni da Sylvester Stallone, dovesse svanire in qualche timida citazione all’interno delle future pellicole del franchise, sarebbe piuttosto triste e, soprattutto, verrebbe persa una ghiotta occasione di sfruttare la mastodontica popolarità di un personaggio ormai storico. Recentemente è stato richiesto a Michael B.Jordan un chiarimento a tal proposito e l’attore statunitense ha dichiarato che quella descritta nel terzo capitolo è una naturale evoluzione di una parabola narrativa perfettamente coerente, in cui il personaggio di Adonis Creed si è definitivamente emancipato dalla figura di Rocky Balboa. L’attore statunitense ha anche aggiunto: “Sly e il DNA di Rocky è ancora presente in tutto il franchise. Non si può fare questi film senza quello spirito da sfavorito che ci connette tutti. Penso che quello che amiamo di questi film è che possiamo vedere qualcuno attraversare momenti molto difficili, ma in grado di risorgere dalle proprie ceneri e raggiungere nuove vette, ci connette tutti. Entriamo in sintonia con personaggi che possono fare lo stesso e questo è quello che abbiamo fatto con Adonis Creed”.
Per poi concludere: “Voglio che Adonis stia in piedi sulle sue gambe. Per farlo, dobbiamo guardare al suo passato personale (e non a quello di Rocky e Apollo ndr). Come sono stati quegli anni di trasformazione, quei traumi infantili che hanno plasmato Adonis oggi? Penso che lo spazio per questa storia riguardasse davvero Adonis Creed che va avanti con la sua famiglia. Questo è il modo in cui abbiamo sviluppato la storia”.