Secondo quanto riferito dal ‘Corriere della Sera’ ci sarebbe stato un accordo tra Salvini e Meloni poco prima del Cdm. Ecco tutti i dettagli.
Il via libera unanime al decreto immigrazione è stato accolto sicuramente con molta soddisfazione da parte del premier Meloni. Come riferito dal Corriere della Sera, il presidente del Consiglio con i suoi ha difeso fino all’ultimo la decisione di non andare in Calabria subito, ma solamente quando aveva un qualcosa di importante in mano.
Un via libera che ha inoltre confermato una maggioranza unita e soprattutto smentito le voci che volevano uno strappo immediato tra Meloni e Salvini. E proprio su due leader è il Corriere della Sera a svelare un retroscena importante: ci sarebbe stato un accordo poco prima del Consiglio dei ministri per superare alcune divergenze.
L’accordo tra Meloni e Salvini
Come detto in precedenza, nelle ore prima del Cdm si ipotizzavano alcune differenze di vedute tra Salvini e Meloni sul tema migranti, ma alla fine il decreto è stato approvato anche con il via libera della Lega. Un sì arrivato, almeno stando al Corriere della Sera, dopo un incontro tra il premier Meloni e il ministro Salvini.
Una sorta di patto che prevedeva di non inserire nel provvedimento i punti più controversi del decreto sicurezza del 2018, ma nello stesso tempo riconoscere in conferenza stampa che la filosofia di via Bellerio su questo tema è quella giusta. Un accordo che ha evitato qualsiasi fibrillazione all’interno della maggioranza e permesso al decreto di essere approvato all’unanimità.
Migranti, il premier Meloni al lavoro per il Consiglio Ue
Il lavoro sui migranti di Giorgia Meloni non è assolutamente finito qui. Come riferito dal Corriere della Sera, il premier è pronta ad affrontare il tema anche al prossimo Consiglio Ue con due richieste ben precise: più disponibilità economiche per la rotta che passa per la Tunisia e un piano Marshall per investire fondi in Africa.
Una nuova sfida che il presidente del Consiglio vuole vincere per provare a risolvere il problema migratorio a livello europeo e anche per far ritornare l’Italia centrale in Europa dopo anni sicuramente non semplici.