Si comincia a trattare. In ballo ci sono i Cda di Eni, Enel, Poste e Leonardo ma molto probabilmente si parte con Mps
Ci vuole testa e un po’ di strategia, ma senza esagerare perché quando si tratta di nomine di Cda importanti dove lo Stato ha delle partecipazioni, può essere rischioso. A fine mese scadono diversi contratti di manager di tante aziende dove lo Stato ha delle partecipazioni ed è arrivato il momento di mettersi attorno a un tavolo e decidere. E’ la prima vera grande mossa del governo guidato da Giorgia Meloni. Ovvio che in questi mesi di trattative e di situazioni con candidature varie e variopinte ce ne sono state diverse, ma l’importante è essere equilibrati e non farsi prendere la mano.
In ballo ci sono nomine importanti e il presidente del Consiglio vuole sbrogliare una matassa che va avanti da tanto, tantissimo tempo. L’obiettivo è scardinare il potere che da anni c’è in questi posti e che va avanti da tempo, troppo tempo, con uomini di potere legato a sinistra che sono lì da tanto tempo. Non tanti i manager, quanto i membri dei vari Cda di competenza. Giorgia Meloni non vuole sbagliare nessuna mossa e secondo quanto successo nel voto del 25 settembre, le ripartizioni potrebbero essere il 50% a Fdi, il 25% ciascuno a Lega e Fi.
Le nomine da fare sono circa 135 e a firmare tutto sarà Giorgetti
Ripartizioni giuste come fu il voto a settembre. Da lì si parte, o meglio è da lì che si dovrebbe ripartire. Una soluzione che metterebbero d’accordo tutto e tutti, con possibilità di dare qualcosa anche alle opposizioni, anche se, e qui qualcuno forse lo dimentica, quando ci fu il governo Draghi non fu riconosciuto nemmeno un consigliere nel Cda Rai a Fratelli d’Italia, mentre ad altri delle opposizioni si. La Meloni non è certo vendicativa, ma non è una che dimentica facilmente.
Le nomine di primavera, ovvero quelle che scadranno a fine marzo, saranno 135, bene o male. E non è escluso che possano anche aumentare per via degli incarichi da assegnare. A cambiare saranno i manager, ma anche i consiglieri d’amministrazione. Fratelli d’Italia essendo il partito di maggioranza, vuole le poltrone che contano, cioè quelle degli amministratori delegati, mentre la Lega e FI non si accontenteranno di presenziare nei Cda. per questo ogni partito avrà il suo uomo per gestire la situazione e trovare le giuste sinergie. Per Fratelli d’Italia c’è Fazzolari a portare avanti il piano per conto del partito, anche se da dietro ci sarà pure Lollobrigida e Crosetto. Per Forza Italia, oltre a Tajani, che quasi un gioco isolato, ci saranno pure Ronzulli e Cattaneo. Per la Lega lo scudiero sarà Bagnai, ma anche Borghi e Cemenero. A firmare il tutto quando sarà terminato ci penserà il ministro Giorgetti. L’unico sicuro di restare lì dove é è Claudio Descalzi di Eni, per il resto da Enel, Poste, Leonardo e anche Sport e Salute tutto verrà messo in discussione e, probabilmente,. cambierà. Si parte con Mps e poi a cscata tutto il resto.