Il conflitto in Ucraina sta, inevitabilmente, provocando dei problemi non da pochi al Cremlino. Lo stesso che ha rinunziato al controllo centralizzato dello spazio informativo russo. “Putin non è in grado di mettere tutto in ordine“. Queste sono le parole che arrivano direttamente dalla portavoce del ministro degli Esteri russo (Sergei Lavrov), Maria Zakharova. Questo è quello che riporta l’Institute for the Study of War. Si vocifera, infatti, che lo Zar non abbia le forze per dettare la narrativa della guerra. Non è finita qui visto che, su alcuni canali russi Telegram (come mandato in rete dall’emittente televisiva ‘CNN‘) mostra le proteste delle madri di alcuni coscritti. Gli stessi che sarebbero stati costretti ad unirsi ai gruppi di assalto nei primi giorni del mese di marzo.
Nonostante avessero effettuato solamente quattro giorni di addestramento. Molte di loro invitano Putin a non mandare i loro figli al massacro. Anzi, invitato il numero uno del Paese a fornire artiglierie e munizioni. Nel frattempo, però, la stessa Zakharova ci ha tenuto a smentire la notizia pubblicata dall’ISW etichettandola come un altro attacco informativo nei confronti del Paese. Anche sei i dubbi continuano a rimanere. Da Washington, però, sono certi che a Mosca, lo scorso 11 marzo, la Zakharova avrebbe effettuato un convegno in cui erano presenti giornalisti e accademici della ‘Novorossiya‘. In quella occasione avrebbe dichiarato che non si può replicare l’esperienza dell’Ufficio centrale sovietico per l’informazione e “centralizzare lo spazio informativo interno“.
Russia, Cremlino in crisi? La Zakharova fa chiarezza
Non sono mancate, appunto, le polemiche in merito alle presunte parole rilasciate dalla Zakharova. “C’è nel Cremlino uno scontro in atto tra membri chiave del cerchia di Putin, che col tempo ha ceduto lo spazio informativo russo a una varietà di attori semi-indipendenti e non sembra possa assumere azioni decisive per riprenderne prontamente il controllo“.
Questo è quello che denuncia direttamente l’ISW. Per alcuni si tratta solamente di una tattica: ovvero il suo obiettivo era quello di poter abbassare le aspettative dei blogger militari circa l’attuale possibilità per il Cremlino di “dare coerenza a una narrativa unificata, se non addirittura a una politica unica“.