ESCLUSIVA- Don Aldo Buonaiuto: “Divieti, mascherine… pensiamo di più a pregare”

Il sacerdote, autore di diversi volumi e volto della tv sulle ultime notizie: “Nessun obbligo dalla Cei, evitiamo le polemiche ora”

Don Aldo Bonaiuto in esclusiva a notizie.com

Il mondo della Chiesa entra nelle decisioni prese dal Governo per contrastare l’espansione dell’epidemia. Se da un punto di vista formale, non ci sono state limitazioni o decisioni che riguardano direttamente la curia, esistono però idee che potrebbero rivoluzionare il modo di celebrare l’Eucarestia e vivere la quotidianità all’interno delle parrocchie. Si sta diffondendo con forza l’ipotesi di obbligare i fedeli ad indossare le mascherine Ffp2 per poter entrare in chiesa. Mentre un Vescovo ha deciso di vietare a tutti i sacerdoti non vaccinati della sua diocesi, la possibilità di distribuire la comunione.

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Si tratta del Vescovo della diocesi di Teano-Calvi (Caserta), Giacomo Cirulli. In una nota ha dichiarato di “Proibire la distribuzione dell’Eucarestia da parte di Sacerdoti, diaconi, religiosi e laici non vaccinati”.  Una scelta che sta facendo discutere e che ha portato a dibattiti anche all’interno del mondo della Chiesa. Don Aldo Buonaiuto,  tra i volti noti dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi e autore di diversi libri sui temi più delicati del mondo cattolico, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per spiegare il suo punto di vista. “Onestamente credo che questo non sia il momento delle polemiche ma della preghiera evitando discussioni inutili e che portino a contrasti sociali. Noi cattolici, se siamo realmente cristiani non dobbiamo fomentare insicurezze ne malumori. Ripartiamo insieme pregando di più: per i bambini ammalati, le persone in ospedale, in terapia intensiva e per la fine di questa pandemia”.

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Don Aldo spiega le direttive alle quali tutti i sacerdoti sono chiamati a rispondere. “”La Cei non ha chiesto a nessun sacerdote di non dare la comunione. Non c’è stata nessuna imposizione in questo senso. Ci è stato detto di attenerci a quelle disposizioni e regole civili che valgono per tutti. Quindi anche i sacerdoti che hanno più di 50 anni devono vaccinarsi così come è stato deciso dal Governo. Ci è stato inoltre chiesto un supplemento di responsabilità, avendo cura che i fedeli si proteggano nel migliore dei modi e visto il nostro lavoro a contatto con i ragazzi dell’oratorio e con le loro famiglie siamo stati giustamente richiamati al rispetto delle regole di sicurezza. Se poi qualche Vescovo ha deciso di dare delle ulteriori disposizioni nella propria diocesi, più restrittive, si tratta di scelte locali dove bisognerebbe conoscere i motivi e la situazione che quello specifico territorio sta vivendo. Non c’è di certo da aprire un caso che non esiste a livello nazionale. Ripeto, se a livello locale qualche diocesi ha deciso di intraprendere scelte più severe ci saranno delle ragioni da chiedere al Vescovo di quella specifica diocesi. Invece è importante per tutti attenerci alle disposizioni generali. Quindi non mi sembra il caso di montare nessuna polemica”

Don Aldo risponde anche alla domanda sulle Ffp2 in chiesa. “Sappiamo tutti che l’Omicron è altamente contagioso. Se la Cei richiama a proseguire con il distanziamento e incoraggia ad essere in chiesa con le mascherine Ffp2 non ci vedo niente di scandaloso. Sono due anni che portiamo le mascherine e ormai ci siamo quasi abituati. Onestamente non ci vedo niente di male. Da quanto ci dicono, si tratta delle mascherine che proteggono di più dal contagio. E’ un appello al quale anche noi cristiani siamo chiamati a rispondere. Il Sacramento dell’Eucarestia l’abbiamo sempre donato e continueremo ad accogliere tutti i fedeli che lo desidereranno ricevere. Non è possibile però desiderare Gesù Eucarestia e poi andare a maledire chi sta operando per la salvaguardia della salute pubblica. Noi cristiani dobbiamo dare l’esempio ripartendo dall’essere più educati e rispettosi di tutti anche quando ci sono pareri diversi. E questo è il momento di incoraggiare tutti a proteggersi responsabilmente e aiutare chiunque a non rifiutare le cure”.

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