Si sono svolti oggi i sorteggi dei quarti di finale di Champions League e una delle tre italiane ancora impegnate nella manifestazione l’Inter affronterà il Benfica, da anni oramai intenzionato a vincere una partita quasi impossibile
Il Benfica di Lisbona è una delle squadre più blasonate del calcio europeo, una compagine in grado di vincere, agli albori della manifestazione, ben due Coppe dei campioni e che ha annoverato tra le sue fila forse uno dei talenti più grandi della storia del football mondiale, l’asso portoghese Eusebio. Proprio da quelle due grandi vittorie europee è scaturita una storia che fa ancora oggi paura a tutti i tifosi delle Aquile portoghesi, quella della maledizione di Bale Guttmann.
Le manifestazioni europee hanno scelto le migliori otto nelle varie competizioni e, dopo tanti anni, saranno ben tre le italiane che proveranno ad arrampicarsi fino alle semifinali del torneo più importante, la Champions League. Milan e Napoli daranno luogo a uno scontro fratricida, ma che designerà sicuramente una italiana tra le migliori quattro, mentre l’Inter di Simone Inzaghi se la vedrà con il Benfica.
Una nobile del calcio mondiale
Il Benfica è stato sorteggiato per i quarti di finale della Chanmpions League contro l’Inter di Inzaghi. La squadra portoghese è una dei club più blasonati di Portogallo, non solo per aver vinto ben 26 scudetti nella sua storia, ma anche per aver trionfato due volte consecutive nel 1961 e nel 1962 nell’allora Coppa dei Campioni, prima contro il Barcellona di Luisito Suarez, poi contro il grande Real di Puskas, Gento e Di Stefano. Due imprese straordinarie che ancora oggi vengono ricordate con orgoglio dai tifosi delle aquile se non fosse per quello che è accaduto dopo la seconda finale vinta. L’allenatore di quella straordinaria squadra si chiamava Bale Guttmann, un allenatore giramondo ben prima della globalizzazione del calcio, che ha allenato in Austria, Italia, Argentina, Cipro, Brasile, Portogallo, Uruguay, Svizzera, Grecia.
Capace di insegnare ai brasiliani il loro modo di giocare, il 4-2-4 tutto attacco e fantasia, con cui poi la nazionale verdeoro avrebbe stupito il mondo a Svezia 1958. Ma che c’entra Guttmann ora? Dopo la seconda Coppa dei campioni consecutiva, l’allenatore ungherese sperava e credeva di meritare un aumento di stipendio, aumento che gli fu invece negato. E siccome non era un uomo comune neppure negli addii, se ne andò sbattendo la porta. E scagliando un anatema secolare che ancora oggi fa semplicemente rabbrividire tutti i tifosi della squadra portoghese.
Un anatema da brividi
“Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà per due volte (consecutive) Campione d’Europa e senza di me il Benfica non vincerà mai una Coppa dei Campioni”. Questa fu la terribile frase lanciata da Gutemann prima di uscire sbattendo la porta degli uffici della società lusitana, un vero e proprio anatema che a distanza di più di 60 anni fa rabbrividire se pensiamo che da quel giorno il Benfica ha perso la bellezza di 11 finali consecutive europee tra prima squadra e squadra primavera. Infatti le Aquile hanno continuato a vincere in Portogallo, ma l’Europa è diventata un vero e proprio tabù.
L’ultima sconfitta risale a tre anni fa, quando nella Youth League la squadra primavera del Benfica perse 3-2 dopo i calci di rigore contro il Real Madrid. Ben 5 sono state le finali perse di Coppa dei campioni, di cui una contro il Milan e due finali di Europa League addirittura consecutive, con le indimenticabili immagini dei tanti tifosi in lacrime dopo l’ennesima sconfitta, per giunta arrivata dopo i calci di rigore contro il Siviglia a Torino.
La maledizione sembra non cancellarsi mai e Bela, scomparso da più di trent’anni, non è ancora appagato della sua vendetta. A nulla sono valsi i pellegrinaggi dei tifosi sulla tomba del vate magiaro per chiedere perdono per l’ingratitudine umana, per implorare uno sconto. Addirittura viene raccontato come anche prima della finale di Coppa Campioni del ’90 (giocata e ovviamente persa contro il Milan) lo stesso Eusebio andò a far visita alle spoglie del suo maestro: ma neppure le lacrime della Pantera Nera, il più grande portoghese di tutti i tempi, riuscirono a scalfire la maledizione. Allora forse i tifosi del Benfica dovranno avere pazienza. In fondo al 2062 mancano “appena” 39 anni…