Brutte notizie per quanto riguarda Putin: la Corte Penale internazionale ha preso una dura decisione nei confronti del presidente russo.
E’ trascorso più di un anno dall’inizio dell’operazione militare della Russia in Ucraina e per il momento il Cremlino non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro e arriva al cessate il fuoco. Una posizione che è stata criticata da diversi Paesi e che ora ha ricevuto una condanna molto durata anche da parte della Corte Penale internazionale.
Come riportato dall’Adnkronos, la Cpi ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente Putin e della commissaria russa per i diritti dei bambini Lvova-Belova. In particolare, al leader del Cremlino viene contestato un crimine di guerra come la deportazione illegale della popolazione, specialmente bambini. Una decisione sicuramente molto dura e forse la prima di questo genere nei confronti del leader russo.
Mosca: “Nessun significato legale per il nostro Paese”
Naturalmente la decisione della Corte Penale internazionale è arrivata subito in Russia. La portavoce del ministero degli Esteri ha confermato che “il mandato non ha nessun significato legale per il nostro Paese“. Dal Cremlino, invece, hanno parlato di “una scelta oltraggiosa e inaccettabile oltre che nulla“.
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Vedremo se nei prossimi mesi il presidente Putin avrà delle difficoltà a recarsi nei Paesi che fanno parte della Corte Penale internazionale oppure il tutto proseguirà senza conseguenze nei confronti dell’inquilino del Cremlino. Sicuramente si è trattata di una decisione storica e destinata ad essere un precedente importante soprattutto in ottica futura.
La guerra in Ucraina continua
Sicuramente la decisione della Corte Penale internazionale non dovrebbe cambiare l’esito del conflitto in corso in Ucraina. Infatti, come detto, Putin non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro e per questo motivo la guerra quasi certamente proseguirà ancora per qualche mese.
Le parti diplomatiche, comunque, sono al lavoro per cercare di arrivare ad un cessate il fuoco, ma per il momento la strada per il negoziato sembra essere molto complicata e quindi ci attendiamo magari una nuova offensiva da parte di Mosca per provare a recuperare il terreno perso negli ultimi mesi.