CPI, mandato d’arresto per Vladimir Putin. Che cos’è e soprattutto di cosa si tratta tutto questo
Oramai non si sta parlando d’altro se non della vicenda che vede come protagonista l’uomo inquadrato in foto. Ovvero Vladimir Putin. La Corte Penale Internazionale (appunto CPI) de l’Aja ha emanato un mandato di arresto nei suoi confronti. Lo stesso che sarà valido solamente nei 123 paesi che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma. Tra queste non spiccano quelle degli Stati Uniti d’America, Israele, Cina ed Ucraina. Anche perché senza l’arresto e la consegna tutto questo non si può assolutamente svolgere. Una decisione che è stata definita “storica” dal presidente ucraino Zelensky. La risposta del Cremlino non si è fatta assolutamente attendere visto che ha definito il tutto come un qualcosa che non ha alcun valore legale.
Putin accusato di crimini di guerra. Tra i giudici che lo hanno accusato di tutto questo spunta anche quello di un italiano. Si tratta di Rosario Aitala, 55enne nativo di Catania. Il fatto che il numero uno della Russia possa andare in carcere è a dir poco impossibile. Anche nel caso in cui decidesse di lasciare il suo paese. Anche perché, la stessa Russia, non riconosce la Corte a partire dal 2016. Non solo: non intende concedere l’estradizione ai suoi cittadini. A questo punto risulta molto difficile che sia lui che Maria Alekseyevna Lvova-Belova (Commissaria per i Diritti dei Bambini) vengano consegnati all’Aja. Le accuse nei loro confronti sono gravi visto che si parla di “deportazione illegale di bambini“.
Russia, mandato d’arresto per Putin: processo a dir poco impossibile
Fino a quando sarà in piedi il regime di Mosca allora le cose potrebbero anche cambiare. Sono oltre 16mila i crimini che sono stati commessi. Altri risalgono addirittura ancor prima dell’inizio del conflitto (precisamente nel 2014). Un processo, quello nei confronti di Putin, che continua a rimanere a dir poco impossibile.
Come ha annunciato al quotidiano ‘La Repubblica‘ anche la professoressa Marina Castellaneta, ordinario di Diritto internazionale all’università di Bari: “E’ obbligo degli Stati parti sul cui territorio si trovi la persona nei confronti della quale è emesso il mandato di arresto eseguire il provvedimento. Gli Stati sono tenuti a cooperare per assicurare alla giustizia l’indagato“.