Nuovo capitolo delle indagini sul naufragio di Cutro: i legali delle famiglie delle vittime hanno presentato un nuovo dossier. Ecco i dettagli.
E’ passato ormai quasi un mese dalla tragedia di Steccato di Cutro e le indagini per ricostruire la dinamica di quella sera e anche per provare a capire se ci sono stati dei ritardi nei soccorsi proseguono senza sosta. E, secondo quanto riferito da La Repubblica, in queste ore i legali delle famiglie delle vittime consegneranno un nuovo dossier alla Procura di Crotone.
Si tratta di un dossier che certifica come in passato l’Italia è intervenuta altre volte fuori dalla zona Sar e quindi in casi molto simili a quelli di Steccato di Cutro. “Dai documenti rivelati da Repubblica abbiamo la certezza che sin dall’inizio si sapeva che a bordo dell’imbarcazione ci fossero dei migranti – ha detto al quotidiano l’avvocato Francesco Verri – la Guardia di finanza l’ha decodificato molto bene. D’altronde i salvataggi in mare sono stati tanti in passato e adesso li stiamo studiando nei dettagli“.
Ritardi nei soccorsi, ci sono nuove testimonianze
Le indagini, come detto, riguardano anche i ritardi dei soccorsi e in questo caso ci sono delle importanti novità. Sempre secondo quanto riferito dall’avvocato Verri a La Repubblica, un superstite ha raccontato di aver nuotato circa mezz’ora tra le onde e quando è arrivato a riva non c’era ancora nessuno. “Questo vuol dire – ha precisato il legale – che la Guardia costiera è arrivata un’ora dopo“.
“Un altro testimone – ha aggiunto l’avvocato Verri – ha comunicato di aver nuotato per tre ore prima di essere salvato. Naturalmente la magistratura risponderà alla domanda sul numero di persone che potevano essere salvate in quelle ore“.
Le opposizioni attaccano il governo
Le novità hanno portato le opposizioni ad attaccare duramente il governo. I capigruppo hanno chiesto l’accesso alle informazioni e ai documenti del naufragio di Cutro. E da parte di Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza verdi e sinistra italiana, è stata anticipata la volontà di una nuova interrogazione parlamentare perché “la verità sta iniziando ad emergere. Le autorità erano a conoscenza delle persone a bordo. Dopo le ricostruzioni fantasiose di Piantedosi e e il sottrarsi al Parlamento del ministro Salvini, ora è un documento ad inchiodare il nostro Paese alle sue responsabilità“.