Esiste un prodotto che ben presto potrebbe sparire dagli scaffali dei supermercati e quindi anche del commercio stesso: scatta l’allarme.
Potrà sembrare incredibile, eppure è possibile che in giro per i vari supermercati che siano soliti frequentare, delle volte ci si trovi davanti a scaffali vuoti o comunque davanti a mancanza di tanti prodotti che in genere fanno anche parte della nostra quotidianità.
Il motivo, ovviamente non è più da ricercare nel Covid, ma nella guerra tra Russia e Ucraina che anche se solo in parte potrebbe portare anche a trovarsi davanti ad un problema del genere, a questo poi si aggiungono anche i cambiamenti climatici in conseguenza dell’inquinamento che ha raggiunto delle vette davvero esagerate.
A causa di questo, è infatti possibile, che alla lunga, si possano perdere delle abitudini davvero uniche che fino ad ora non erano mai mancate, come ad esempio gustare uno dei piatti più amati da sempre nel nostro Paese, ad averlo sottolineato è stato proprio un esperimento portato avanti in Inghilterra che ha palesato la possibilità che ben presto non si possano mangiare tanti prodotti ittici per la plastica nei mari.
Supermercato, addio a questo alimento per via dell’inquinamento
Proprio cosi, l’inquinamento sempre più presente nel nostro mare potrebbe portare alla lunga a non vedere più nei nostri supermercati un alimento in particolare, stiamo parlando dei molluschi o per lo meno di alcuni tipi di essi.
Stiamo parlando delle cozze e dei mitili, proprio di recente il laboratorio Plymouth Marine Laboratory, ha portato avanti uno studio approfondito su di essi ed ha osservato come questo tipo di mollusco in trentadue giorni, abbia rallentato la sua crescita del 36%, diventando cosi di dimensioni davvero molto piccole. Questo pare essere solo l’inizio, in futuro si potrebbe infatti andare incontro alla totale mancanza di questo piatto. Inoltre della stessa famiglia sono anche le vongole e le ostriche: anche queste potrebbero infatti fare la stessa fine.
“Tutta questa quantità di plastica deriva dai fiumi e dalle coste, ma una parte è anche proveniente da reti da pesca e imbarcazioni. Lo studio è stato svolto dall’università di Plymouth che ha studiato, in particolare, un mollusco. In alcune condizioni ambientali, il mollusco in oggetto sembra non poter avere il necessario per poter nascere e sopravvivere” questi i risultati di alcuni recenti studi che hanno portato alla conclusione poco prima citata e ancora: “Tutto questo porta a modificare l’intera catena alimentare marina, considerato che i predatori non troveranno più un alimento in grado di soddisfare il loro fabbisogno energetico e nutrizionale”.