Case green, ecco gli obblighi imposti dall’Unione Europea

Si torna a parlare di case green e in particolare degli obblighi per quanto riguarda le ristrutturazioni imposti dall’Unione Europea.

Non smette di essere uno degli argomenti all’ordine del giorno quello che riguarda le nuove direttive per le case green, il pensiero dell’Unione Europea è infatti quello di raggiungere gli obbiettivi di emissioni zero di carbonio entro il 2050.

Case green
Case green, Notizie.com

Diventa palese la necessità di intervenire sul patrimonio edilizio per raggiungere gli obiettivi Ue, da qui la direttiva di Bruxelles, approvata dal Parlamento Ue il 14 marzo con 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti, indice del profondo turbamento che la politica Case green, peraltro non ancora definitiva, sta causando praticamente ovunque nel continente” sono queste le parole che si leggono sul Corriere.it.

Prima di entrare nel vivo della questione, ricordiamo che anche in Italia esiste un elenco di edifici che si possono considerare esonerate da questa decisione e sono: le abitazioni unifamiliari con superfici al di sotto dei 50 metri quadrati, gli edifici adibiti a seconde case che vengono utilizzati meno di quattro mesi l’anno, gli edifici nei centri storici, gli edifici protetti dai Beni culturali, le chiese e tutti i luoghi dediti ai culti e gli edifici governativi destinati alla difesa nazionale.

Case green, quali sono le scadenze e quali le eventuali sanzioni?

Come detto prima, l’obiettivo dell’Unione Europea è quello di rendere dal punto di vista climatico ancora più neutra l’edilizia entro il 2050 con anche dei cambiamenti dal punto di vista dei consumi da attuare entro e non oltre il 2030. Cosi come si legge sul Corriere.it, per potere raggiungere questi obiettivi è importante procedere verso la ristrutturazione degli edifici che hanno una classe energetica inferiore alla E entro la fine del 2030 per poi raggiungere la almeno la classe D entro il 2033.

Inoltre, il testo che per il momento non è ancora definitivo, impone che entro il 2023 tutti gli edifici possano avere una classe energetica E e di questi soltanto il 15% degli edifici di ogni Stato membro potranno essere di classe G. Una percentuale che assume un senso relativo alla luce, come vedremo, degli immobili esentati per principio da questa normativa.

Case green, Notizie.com

Detto questo, la cosa da tenere a mente è che per il momento l’unione Europea non ha previsto alcuna sanzione nel caso in cui il tutto non dovesse andare secondo normativa, lasciando ai vari Stati la decisione di decidere in totale autonomia, l’introduzione o meno di eventuali multe o sanzioni in merito alla questione.

Non potrebbe essere altrimenti, anche considerando che in Italia sono circa 10 milioni gli immobili che rientrano nella classe energetica inferiore alla D, pari a circa il 70% dell’intero patrimonio edilizio. Cosa ancora più importante ai fini della normativa, è il fatto che non esiste una definizione omogenea e standardizzata di “classe D”, quindi i parametri per inquadrarla non sono uguali in tutti gli Stati Ue” queste le parole che si leggono sul Corriere.it.

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