Israele, situazione a dir poco preoccupante quella che si sta vivendo nel Paese. Tanto è vero che il primo ministro Netanyahu è rimasto costretto a posticipare la mossa
Non è affatto un mistero che la situazione che si sta vivendo in Israele non sia affatto delle migliori. Tanto è vero che cresce, sempre di più, il malumore da parte degli abitanti che continua a scendere in piazza ed a protestare. Tanto è vero che il premier Benyamin Netanyahu non ha potuto fare altro che posticipare la riforma che riguarda la giustizia. Almeno fino alla prossima sessione della Knesset. L’obiettivo è fin troppo chiaro: quello di evitare una possibile “guerra civile“. Non solo: invita anche l’opposizione al dialogo per modificare (se necessario) alcune cose che non convincono gli stessi.
Nella serata di ieri sono arrivate le sue parole. Dopo le ultime 24 ore che, sicuramente, passeranno alla storia del Paese per quello che è successo. Ovvero l’Israele completamente ferma per via dello sciopero generale che ha bloccato tutto. Soprattutto voli in partenza al Ben Gurion e gli uffici delle ambasciate israeliane in giro per il mondo. Il tutto ha avuto inizio nella serata di domenica da quando è stato licenziato il ministro della Difesa, Yoav Gallant. Quest’ultimo accusato di aver chiesto una pausa nell’iter della riforma. Nonostante avesse condiviso i contenuti della stessa. Anche se, questa mossa, ha scatenato le peggiori polemiche.
Israele, situazione fuori controllo: cosa sta accadendo
Tanto è vero che a Gerusalemme, dinanzi alla Knesset, migliaia di persone si sono presentate ed hanno protestato. La destra, in merito a questo avvenimento, non è rimasta con le mani in mano ed ha risposto con una “contromanifestazione”. Sempre nei pressi del Parlamento. La situazione, però, rischia di peggiorare da un momento all’altro. Dopo il discorso del premier il sindacato ha subito revocato lo sciopero. L’opposizione, invece, ha fatto capire di essere disponibile ad un dialogo.
Prima Netanyahu ha mediato con il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir (Potenza ebraica), pronto ad aprire la crisi di governo. Si è deciso per la pausa della riforma in cambio dell’esame. La preoccupazione, però, è che si possa scatenare una vera e propria guerra civile. Il Paese sta cercando in tutti i modi per evitare che tutto questo si verifichi.