Costa Concordia: quel tragico inchino compie 10 anni – VIDEO

Sono passati 10 anni dalla tragedia della Costa Concordia: la manovra azzardata costò la vita a 32 persone fra bugie ed errori. 

Era il 13 gennaio del 2012. Alle ore 21,45, la Costa Concordia, una nave da circa 450 milioni di euro, si scontrò con uno scoglio, a poca distanza dall’Isola del Giglio. Si capì subito, almeno dai racconti di chi ha assistito ed era protagonista di una delle pagine più tragiche dell’Italia, che quell’incidente avrebbe causato panico e morti. Prima il forte boato, poi lo squarcio profondo sul lato della nave, che si arena. Più di 100 tonnellate il peso. Ancora maggiore quello sulle spalle di capitan Schettino. 

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La tragedia delal Costa Concordia compie 10 anni (Getty Images)

Nella mente degli italiani resta infatti quel “Vada a bordo, caXXo”, urlato a gran voce dal capitano di fregata della Capitaneria di Livorno Gregorio De Falco. Schettino aveva abbandonato la nave, sulla quale erano presenti 4229 persone, delle quali 3200 circa passeggeri e il resto membri dell’equipaggio. Accade di tutto in quei momenti tragici, in cui la crociera low cost, partita per attraversare il Mediterraneo in 7 giorni, si trasforma in un incubo. La nave, 114 tonnellate di tecnologia e comfort, si trasforma in una trappola. Quattromila persona provano a salvarsi raggiungendo le scialuppe, ma per alcuni di loro diventa impossibile.

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La richiesta di soccorso arriva in ritardo, gli abitanti del luogo che provano ad offrire aiuto in ogni modo per tentare di salvare vite. Tutto per un inchino. Che costerà la vita a a 32 persone, 5 membri dell’equipaggio e 27 passeggeri. Fra di loro anche una bambina di 5 anni, morta insieme al papà. Nei giorni seguenti accade di tutto. Accuse, fake news, racconti contrastanti, fino al processo e alla condanna di Schettino.

Costa Concordia, l’inchino annunciato e la tragedia: Schettino condannato

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Le operazioni di recupero della Costa Concordia (Getty Images)

“Inchino”. Un termine tecnico se vogliamo. Che dalle ore 21.45 di quel 12 gennaio è entrato nel vocabolario degli italiani collegandosi inevitabilmente alla tragedia. Quella parola fu annunciata circa 30 minuti prima sui social da un passeggero. Poi l’urto, il buio, la scoperta dello squarcio e il caos. I passeggeri lanciano l’allarme, fra telefonate e messaggi, e la paura corre sul web.

La crociera si trasforma in tragedia, e il processo chiarirà poi le responsabilità. Condannati dopo aver patteggiato il comandante in seconda Ciro D’Ambrosio, il terzo ufficiale Silvia Cronica, il responsabile della Costa Crociere Roberto Ferrarini, l’hotel director Manrico Pierantoni e il timoniere Jacob Rusli Bin. Tre anni per tutti. Pesante invece il giudizio per il comandante Schettino, ora a Rebibbia. Incassa 16 anni, di cui 10 per omicidio plurimo e lesioni colpose, 5 per naufragio colposo e uno per l’abbandono della nave, svelato in una tragica telefonata in cui era invitato a non lasciare il comando della città galleggiante. L’ultima vittima di quell’assurdo episodio di cronaca è stata trovata nel novembre del 2014. Era un cameriere, rimasto intrappolato sotto i mobili in una cabina.

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Il resto è raccontato dai video. Immagini che rievocano una notte da incubo. Una pagina nera della storia italiana, che ancora oggi fa discutere. E a distanza di 10 anni da quella tragedia, in cui la comunità gigliana fu protagonista di una catena di solidarietà e aiuti, avverrà la commemorazione delle vittime. Una messa in suffragio, la corona di fiori, e una processione con la fiaccolata.

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