La rabbia dei parenti delle vittime: “Mi vergogno di essere italiano”, dice il figlio dell’ex sindaco di Firenze Conti. “Mai una parola di pentimento”, ribadisce il figlio di Calabresi
L’ennesima vergogna. L’ennesimo schiaffo a decine di famiglie che dopo anni aspettavano con ansia di poter avere un minimo di giustizia. La Cassazione francese ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei 10 ex Br degli anni di piombo in Italia. Giorgio Pietrostefani, Marina Petrella, Roberta Cappelli, Enzo Calvitti, Maurizio Di Marzio, Sergio Tornaghi, Giovanni Alimonti, Raffaele Ventura, Luigi Bergamin e Narciso Manenti non verranno estradati in Italia.
I dieci terroristi (appartenenti alle Brigate Rosse, a Lotta Continua, Autonomia Operaia e ad altre associazioni) vivono da tempo in Francia. Nel 2020 il governo italiano ne chiese l’estradizione per poter far scontare loro le condanne. Nel 2022 la Corte d’appello aveva dato parere sfavorevole. Oggi la Corte di Cassazione riferisce oggi di avere “respinto i ricorsi presentati dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Parigi contro le decisioni della Corte d’Appello, ritenendo sufficienti le motivazioni adottate dai giudici”. “Il parere negativo sulle richieste di estradizione è quindi definitivo”, sottolinea la Cassazione francese.
La risposta ha mandato su tutte le furie i parenti delle vittime. “Qual è la mia reazione…? Sono dei disgraziati, perchè non c’è giustizia così!. E’ tuttavia una decisione che ci aspettavamo dalla Francia“, le parole di Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio ucciso nel 1997 in Veneto ad opera dei Proletari Armati di Cesare Battisti. “Ci dicano allora, i giudici, quali sono i colpevoli? Ci sono dei morti sulla coscienza di queste persone”, conclude Sabbadin. “Era un’illusione aspettarsi qualcosa di diverso e (parere personale) vedere andare in carcere queste persone dopo decenni non ha per noi più senso. Ma c’è un dettaglio fastidioso e ipocrita: la Cassazione scrive che ‘i rifugiati in Francia si sono costruiti da anni una situazione famigliare stabile (…) e quindi l’estradizione avrebbe provocato un danno sproporzionato al loro diritto a una vita privata e famigliare’. Ma pensate al danno sproporzionato che loro hanno fatto uccidendo dei mariti e padri di famiglia. E questo è ancora più vero perché da parte di nessuno di loro c’è mai stata una parola di ravvedimento, di solidarietà o di riparazione. Chissà…”. Così il giornalista Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi assassinato nel ’72, commenta la Cassazione francese che ha confermato il rifiuto all’estradizione dei dieci ex Br.
“Mi vergogno di essere italiano”
Durissimo anche Lorenzo Conti, figlio del sindaco di Firenze Lando ucciso dalle Brigate Rosse. “L’Europa non esiste. Questa ne è la dimostrazione, perché quando un Paese si rifiuta di estradare delle persone che sono state giudicate da un altro Paese della stessa Unione europea e non li rimanda qui a scontare la pena, vuol dire che non siamo un territorio unificato veramente. E’ una presa in giro: quando fa comodo siamo Europa, diversamente no“. Conti ricorda il padre: “Mi fa una grande pena vedere persone che hanno ammazzato e non scontano la pena perché sono scappate – continua – A mio padre oggi direi che mi vergogno di essere italiano”