In una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Stampa” il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha ribadito il suo pensiero sull’utero in affitto e su altri argomenti
A pochi giorni dall’importantissimo appuntamento che ci sarà proprio nella sua regione (ricordiamo che ci saranno le elezioni regionali), il presidente del FVG, Massimiliano Fedriga ha rilasciato una intervista alla ‘Stampa‘. Ci ha tenuto a far presente che, lo scorso anno, è stata appiattita la curva della differenza che riguardano i decessi e le nascite. Merito, secondo lui, del risultato delle politiche importanti che hanno fatto nell’ultimo periodo in favore della famiglia. Tanti, come riportato in precedenza, gli argomenti che ha discusso. In primis quello che riguarda l’utero in affitto.
Su quest’ultimo non ha fatto molti giri di parole ed ha fatto sapere che si tratta di una “barbarie“. Questo, per il numero uno della regione, il suo pensiero sulla maternità surrogata. Argomento che, mai come in quest’ultimo periodo, sta scatenando molte polemiche. Sulle “famiglie arcobaleno” esprime il suo pensiero: “Penso che ognuno abbia diritto di esprimere e vivere il proprio orientamento come meglio crede”. Sui bambini fa presente: “I loro diritti devono essere tutelati. Sono considerati i soggetti più deboli in questa situazione”. Parlare di “utero in affitto” è un qualcosa che lo preoccupa non poco.
Utero in affitto, Fedriga: “I figli hanno diritto ad avere mamma e papà“

Sui figli che nascono da coppie omogenitoriali fa sapere: “Avranno avuto comunque una mamma e un papà che li hanno concepiti no? Non bisogna eliminare la figura materna e paterna“. Per Fedriga, il problema principale, non può che essere la pratica dell’utero in affitto. “Si sfrutta l’utero di una donna e dove si compra una vita. Il problema è riconoscere questa pratica come un fatto gravissimo“.
In conclusione si è soffermato sulla struttura ospedaliera per il cambio di sesso: “Lo prevede la norma nazionale. Anche se, in questo momento, credo che le priorità siano più la carenza di medici e infermieri. Abbiamo quintuplicato gli investimenti. Oggi non troviamo medici e infermieri per il servizio sanitario nazionale. Quando c’era la sinistra avevano tagliato fino a 25 milioni di euro all’anno i fondi per i dipendenti per la sanità pubblica. Noi li abbiamo aumentati fino a 105“.