Il Ministro dell’Agricoltura a La Verità: “Non è certo una persecuzione, ma solo un modo tutelare chi produce”
Tutelare chi produce e coltiva la terra, dando lavoro e cibo buono che fa bene alla salute. Il messaggio è più o meno questo e sul quale tutti dovrebbero essere d’accordo. Per questo il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida spinge parecchio su questo tasto. «Una raccolta di firme per tutelare la salute pubblica in base al principio di precauzione». E’ un’istanza firmata e una protesta vera e propria di quasi 2.000 tra associazioni di categoria, agricoltori, Regioni e Consigli comunali, di diverso colore politico, che in questi ultimi giorni hanno approvato nei vari consigli parlamentari locali provvedimenti contro gli alimenti prodotti in laboratorio. Ed è anche per questo che nasce il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione di cibo sintetico, almeno in Italia.
Bene o male, è proprio su questo tipo di indicazioni da parte dei produttori, ma anche dei politici locali che si basa il chiarimento del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida spiega motivo specifico per cui il Governo ha approvato il ddl contro la produzione della carne sintetica. Ed è il primo paese al mondo che fa una cosa del genere, non è escluso che venga seguito a breve anche da altri paesi come la Francia, ad esempio, o la Spagna.
Un disegno di legge discusso ma condiviso in modo trasversale
Se ne è parlato molto, se ne è discusso altrettanto anche e soprattutto all’interno delle stanze europee, ma quello approvato dal Governo è un disegno di legge condiviso, sul vietare la produzione e l’immissione sul mercato di cibi sintetici e la loro importazione in Italia. Senza tenere conto che le sanzioni previste sono molto alte, anche qui è l’unico paese ad aver adottato una simile strategia.
Ci sono multe che vanno da 10.000 a 60.000 euro (che possono arrivare anche a coprire il 10% del fatturato annuo dell’operatore). E a spingere tanto in questa direzione, anche perché parte in causa, visto che rappresenta un intero mondo di allevatori e agricoltori, è Coldiretti che non ha mai mollato la presa. Senza anche qui non dimenticare che la petizione era stata firmata dai dirigenti di molti partiti e aveva già ricevuto l’appoggio del ministro Lollobrigida.