Sindaco sfida il divieto e iscrive all’anagrafe figlio di due donne

Il primo cittadino ha deciso di sfidare il divieto ed ha iscritto all’anagrafe il figlio di una coppia di donne. Non sono assolutamente mancate le polemiche 

Il sindaco sfida il divieto
Neonato di una coppia di donne iscritto all’anagrafe (Pixabay Foto) Notizie.com

Si tratta del primo episodio che si verifica da quando il governo ha deciso di fermare le trascrizioni. Il primo cittadino ha deciso di iscrivere all’anagrafe il figlio di una coppia di donne. Il piccolo sarebbe nato pochi giorni fa nella regione italiana. Anche se il concepimento sarebbe avvenuto a Barcellona grazie alla fecondazione assistita di una delle due mamme. Ci troviamo a Savona dove il sindaco, Marco Russo, ha deciso di sfidare il divieto.

Lo stesso sindaco ha voluto spiegare, al prefetto ed alla procura, il suo gesto in una lettera. Tanto da puntare il dito contro il governo: “E’ lontano dalla realtà“. A raccontare la vicenda ci ha pensato il quotidiano ‘Secolo XIX‘. Una scelta che ha preso di sua spontanea volontà, senza chiedere alcun tipo di collaborazione ai suoi funzionari. Il 18 marzo, all’ospedale ‘San Paolo‘ della città ligure, è venuto al mondo il piccolo. La registrazione è avvenuta esattamente dieci giorni più tardi.

Una forzatura dopo il blocco alle registrazioni di figli nati da coppie omogenitoriali. La cosa certa è che il piccolo crescerà con due mamme. Registrato come il figlio di una mamma biologica e di una mamma intenzionale. Le due madri si chiamano Roberta e Giulia, rispettivamente di 36 e 32 anni. La coppia è sposata da un bel po’ di tempo. Il sindaco Russo è l’unico a ricoprire questo ruolo in un capoluogo di una compagine di centrosinistra. La sua mossa ha creato delle inevitabili polemiche che non sono affatto passare inosservate.

Savona, sindaco registra all’anagrafe figlio di coppia donna: polemiche

Il sindaco sfida il divieto
Anagrafe (Pixabay Foto) Notizie.com

Tanto è vero che anche altri partiti hanno voluto commentare questo episodio. Tra questi spunta Gianni Berrino, appartenente a Fratelli d’Italia. Per il politico di destra non ci sono dubbi: la sua è una mossa solamente di carattere politica. Una forzatura che è andata oltre la normativa che c’è attualmente in vigore. Non solo, Berrino continua dicendo: “Quella di alcuni sindaci è una forzatura che per di più non contribuisce a chiarire la posizione della sinistra sull’utero in affitto, che è inaccettabile“.

Mentre c’è chi si alza in piedi ed applaudire la mossa del sindaco. Si tratta di Lorenzo Basso del Partito Democratico. Il senatore spende parole di elogio per Russo ed ammette: “Ha fatto bene. Perché tutte la discussione sull’argomento dev’essere vista in prima battuta dalla parte dei bambini. Merito di un sacerdote che mi ha insegnato tutto“.

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