L’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera’. Si è soffermato sul Pnrr e molto altro ancora
E’ uno degli argomenti principali dell’ultimo periodo. Tanto è vero che, con il passare dei giorni, sta scatenando non poche polemiche da parte dell’opposizione. Ovviamente ci stiamo riferendo al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Anche se, a quanto pare, le ultime notizie che arrivano non sono affatto delle migliori. In merito a questo (e molto altro ancora) ha voluto dire la sua direttamente l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Quest’ultimo, intervenuto da Parigi, ha ribadito il suo pensiero. Non vede affatto un futuro “nero”: anzi, è apparso fin troppo ottimista visto che questo Piano potrebbe dare in futuro degli enormi successi e soddisfazioni.
Dopo aver partecipato all’Assemblea parlamentare dell’Ocse, ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘. In merito al Pnrr, che in questo momento appare “impantanato” ha precisato: “In questo momento la sua struttura fisica è fatta da un blocco di documenti e allegati vari. Messi l’uno sull’altro raggiungono un’altezza di 23 cm. Dove si intrecciano linguaggio giuridico, italiano ed europeo. Non esente da una generosa componente palingenetica, con l’ambizione di rifare non solo l’Italia ma anche gli italiani”.
Pnrr, Tremonti: “L’Italia ha difficoltà nella gestione dei fondi europei“

Nel corso dell’intervista ha voluto precisare: “Rispetto ad altri Paesi europei, l’Italia ha una strutturale difficoltà nella gestione dei fondi europei. La so vede anche nei corridoi della commissione europea a Bruxelles“. Anche se, nonostante un momento molto difficile che sta attraversando il nostro Paese, il politico è molto ottimista. Proprio come lo è stato in passato ed anche in più di una occasione. “Il Pnrr è stato e può essere uno straordinario successo dell’Italia. È stato un successo del governo Conte sulla quantità di fondi ottenuti dal nostro Paese, più di 191 miliardi di euro”.
Poi ha voluto precisare: “Bisogna ricordare, però, che il meccanismo del Recovery plan deriva dalla proposta di Eurobond avanzata dall’Italia nel 2003. È stato anche un successo del governo Draghi, che ha riorganizzato il piano stesso. Quello che deve e può fare adesso il governo Meloni è esprimere capacità amministrativa. L’’esperienza del ministro Raffaele Fitto può essere un fattore molto importante a riguardo.”