“Il Pos non funziona, fate un bonifico”, ma non era assolutamente vero. Questo, e molto altro ancora, che vede indagato l’intero Circolo Tennis per le sue innumerevoli truffe
Altro che scontrini effettuati, pagamenti in nero o bonifici. Tanto è vero che affermavano di avere il Pos guasto. Cosa assolutamente non vera. Questo e molto altro ancora che vede come protagonista (assolutamente in negativo) il Circolo Tennis della Capitale. A dire il vero sono due le persone che sono finite a processo. Le accuse nei loro confronti sono inevitabilmente gravi visto che si parla appunto di truffa. Indagate, appunto, due persone. Coniugi, lui 40 anni e lei 38. Gli stessi che erano stati assunti per gestire il bar del Circolo Tennis di Belle Arti sito in via Flaminia, a Roma.
Pagamenti elettronici? Neanche per sogno. Anzi, non è affatto finita qui visto che chi ci lavora all’interno non ha nemmeno un contratto. Si, prestazioni a nero. Come riportato in precedenza non effettuavano neanche gli scontrini. Il tutto con un unico obiettivo: quello di far apparire coerenti gli incassi che erano stati registrati all’interno del locale. Tanto è vero che la coppia si sarebbe messa in tasca una cifra a dir poco incredibile. Si parla di almeno 150mila euro. Il tutto in quattro mesi, precisamente tra il giugno ed il settembre del 2020, ovvero in piena pandemia da Covid.
Roma, truffa al Circolo del Tennis: nei guai due coniugi
Non è finita qui visto che arrivano altre indiscrezioni in merito a questa vicenda. A quanto pare, in occasione di un battesimo che si era svolto proprio nel Circolo, la coppia avrebbe fornito le proprie coordinate bancarie per poter saldare il conto. Nel momento del pagamento i coniugi, invece di fornire i dati dell’azienda in questione, ha dato quelli del conto corrente. Risultato? 2mila euro e bonifico al Circolo che non è mai arrivato a destinazione.
L’uomo si occupava della cucina, mentre la donna gestiva la cassa. Molte le persone che hanno lavorato a nero, per molte ore e senza un briciolo di contratto. Tanto da dichiarare entrate decisamente più basse di quelle effettive. In questo modo gli incassi sarebbero stati regolari. Non solo: la società che li ha assunti ha dovuto farsi carico dei mancati pagamenti. La coppia è finita inevitabilmente a processo.