Un detenuto è stato trovato morto in carcere. Aperta un’indagine per accertare meglio cosa è successo. Il magistrato ha autorizzato l’autopsia.
Ancora un dramma in carcere. Come riportato da La Repubblica, in questa domenica di Pasqua Angelo Frigeri è stato trovato senza vita nella sua cella della struttura penitenziaria a Uta. L’ipotesi avanzata dagli inquirenti è quella di un suicidio, ma è stata aperta un’indagine per accertare meglio la dinamica di quanto successo. Il magistrato ha autorizzato anche l’autopsia sul corpo del detenuto per verificare le cause del decesso.
Stando alle prime informazioni, la vittima era stato trasferito da poco a Uta da Nuoro perché trovato in possesso di uno o più cellulari e quindi gli inquirenti sono al lavoro per capire eventuali collegamenti con la fuga del detenuto legato alla mafia del Gargano dello scorso 24 febbraio. Un passaggio fondamentale anche per capire meglio i motivi della morte del 40enne.
Il sindacato di polizia: “Gesto estremo imprevedibile”
Il sindacato di Polizia Penitenziaria ha parlato di “gesto estremo imprevedibile anche perché il detenuto non aveva fatto presagire alcun disagio e non era stato deciso nei suoi confronti provvedimento di grande sorveglianza“.
Ma allo stesso tempo la Uil ha fatto sapere “che nel carcere di Uta ormai da tempo si registrano numeri estremamente importanti di eventi critici come tentativi di suicidio, autolesionismi, aggressioni tra detenuti e a danno degli agenti. Ma anche minacce di morte, sciopero della fame e proteste“. Tutte situazioni che confermano una situazione molto complicato nella struttura detentiva sarda.
Morto Angelo Frigeri, ecco perché era in carcere
Angelo Frigeri stava scontando una pena all’ergastolo con l’accusa di aver sterminato una famiglia nel maggio del 2014 a Tempio Pausania. Il detenuto uccise un uomo di 50 anni, la moglie e il bambino di 12. Una tragedia che portò gli inquirenti ad arrestare il 40enne e portarlo in carcere a Nuoro dove è rimasto fino al trasferimento a Uta.
Una decisione presa perché in possesso di diversi telefonini e gli inquirenti non escludono un suo coinvolgimento nella fuga del detenuto legato alla mafia pugliese avvenuta lo scorso 24 febbraio. Sono in corso le indagini per ricostruire meglio quanto successo e capire anche le cause che hanno portato l’uomo al suicidio.