Covid, gli indicatori e i numeri in Italia suggeriscono che il picco è vicino: i dati intanto allargano il dibattito sul bollettino quotidiano.
Il bollettino Covid va mantenuto. Al momento la direzione è questa. Anche ieri gli indicatori hanno fatto registrare una nuova crescita nella diffusione del virus, nell’indice Rt e nella soglia dei ricoveri, ancora alta. Su 1.132.309 tamponi sono stati individuati 186.253 nuovi positivi, ma a preoccupare è il numero dei morti, ancora abbondantemente sopra i 300.
Sembra essere sbarrata la strada a chi chiedeva di fermare il bollettino quotidiano. Il sottosegretario alla salute Andrea Costa ha avanzato l’ipotesi di fornire solo due dati settimanali, dividendo gli esperti in materia. In molti affermano che la comunicazione sia fondamentale per fornire con precisione i numeri sull’andamento dell’epidemia in Italia, ora pronta a scollinare la fatidica soglia del “picco”.
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I dati però restano preoccupanti. Nell’ultima settimana la percentuale di occupazione delle terapie intensive è salita dal 15,4% al 17,5%, mentre in area medica i numeri parlano di un salto percentuale del 5,5 n più in soli sette giorni. Numeri che chiaramente producono un impatto pesante in diverse regioni, e che porteranno la Campania in zona gialla e la Valle d’Aosta in arancione.
Covid, il picco nei prossimi giorni: Omicron è dominante
In attesa del bollettino quotidiano gli esperti avanzano teorie sul picco della quarta ondata, previsto a breve. Omicron è infatti dominante in Italia. La variante, più contagiosa ma meno aggressiva, si attesta intorno all’80%, e potrebbe a breve determinare una diminuzione dei pazienti con condizioni di salute più delicate.
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Le ipotesi sul picco convergono quindi sulla fine del mese di gennaio, indicato come periodo in cui si raggiungerà il massimo dei contagi giornalieri. In sostanza una crescita esponenziale dei casi potrebbe a breve trasformarsi in una rapida diminuzione, come avvenuto in Sudafrica. Verrebbero infatti in breve tempo a mancare le persone suscettibili al contagio, e questo dato andrebbe a determinare una circolazione minore. Un dato che dovrebbe verificarsi entro fine gennaio, restituendo all’Italia una situazione più serena.