Il Napoli vince il terzo scudetto della sua storia. Un titolo mai messo in discussione e arrivato con cinque giornate di anticipo. Feste e caroselli in città
Il grande giorno è finalmente arrivato. Grazie al pareggio contro l’Udinese, gli azzurri si sono laureati campioni d’Italia. Il capoluogo campano festeggia il terzo scudetto della sua storia dando il via alle cerimonie che dureranno a lungo. Una festa che in realtà è già iniziata da mesi e che ha coinvolto la città e l’intera comunità napoletana nel mondo. Da New York alla Cina, dal Giappone alla Germania, passando per tutte le più importanti capitali: lo scudetto del Napoli ha visto festeggiare il mondo intero.
Uno scudetto vinto nel mese di maggio e con cinque giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato. Basterebbe questo semplice dato per spiegare la forza del Napoli, che ha dominato il campionato sin dalla prima giornata. Nella gara di Verona, che diede il via alla stagione, si iniziarono ad intuire le capacità straordinarie e lo spirito di gruppo della squadra di Spalletti, capace di non disunirsi di fronte all’iniziale svantaggio e di recuperare, mettendo in scena tutta la sua straordinaria capacità offensiva.
I gol di Osimhen, le giocate di Kvaraskhelia, le geometrie di Lobotka, il cuore e la classe di Zelinski, la capacità unica di saper cucire il gioco di Anguissa, la grinta di Lozano, i polmoni di capitan Di Lorenzo e di Mario Rui, la granitica coppia centrale formata da Kim e Rrahmani, il riscatto di un portiere che molti avevano giudicato ormai in declino come Meret, senza dimenticare i gol della panchina: di un Elmas sempre decisivo, di Simeone e Raspadori, che si sono divisi la scena in assenza di Osimhen. Il trionfo del Napoli premia una squadra costruita con sapienza, pazienza e sfidando tutti. Anche gli scettici, che in estate non puntavano un euro sulla squadra azzurra.
Lo scudetto dei protagonisti
Questo è lo scudetto di Spalletti, il primo conquistato in Italia dopo averlo sfiorato più volte sulla panchina della Roma e arrivato grazie ad una gestione sapiente e concreta del gruppo. Lo scudetto di De Laurentiis, mai troppo amato, ma primo artefice della costruzione di una squadra praticamente perfetta. Lo scudetto di Giuntoli, che ha avuto il coraggio di ripartire da zero, salutando dei veri e propri mostri sacri (Insigne, Mertens, Koulibaly) ma studiando le alternative e puntando su giocatori capaci di lasciare il segno. Lo scudetto dei titolari e di chi ha aspettato pazientemente il proprio momento, dando il suo contributo.
E’ lo scudetto di una città intera, anzi di una comunità intera, che aspettava da oltre trent’anni la possibilità di tornare a festeggiare. Lo scudetto delle idee, della pazienza e delle intuizioni geniali, che portano nuovamente Napoli in cima al mondo. Come 33 anni fa. Da Maradona ad Osimhen, da Bigon a Spalletti, da Ferlaino a De Laurentiis: cambiano gli interpreti, ma non il risultato finale. Napoli ha vinto. Ha dominato dall’inizio alla fine ed ha strameritato di festeggiare. I tifosi hanno dato il via alla festa. Durerà a lungo…