Dopo 10 anni dal suo arrivo in Italia sono arrivati i dati provvisori sulla diffusione del batterio killer e dei danni per la nostra economia
Sono passati già 10 anni dall’arrivo nel nostro paese della Xylella, il batterio killer che uccide gli oliveti. La contaminazione partita dal centro America colpisce oggi Italia, Spagna, Grecia e Tunisia con milioni di piante uccise e miliardi di euro persi.
I danni sull’economia del nostro paese sono quasi incalcolabili. Migliaia di agricoltori costretti a svendere i propri oliveti, ma ancor dipiù una produzione in costante decrescita da 10 anni. Il territorio più falcidiato e quello della Puglia, storicamente il cuore della produzione dell’olio extravergine italiano. La Xylella ad oggi solo qui ha contagiato 21 milioni di piante in oltre 8 mila chilometri quadrati di territorio infettato pari al 40% dell’intera regione. Sono questi i dati horror forniti da Coldiretti in occasione della giornata in difesa degli ulivi al Villaggio contadino di Bari. I danni in costante crescita potrebbero arrivare fino a 5,2 miliardi di euro in caso di mancato intervento contro il batterio.
Cos’è e quali sono i danni della Xylella
La Xylella, i cambiamenti climatici e la siccità solo quest’anno per le stime fornite da Coldiretti hanno bruciato il 30% della produzione nazionale di olio scesa a 208 milioni di chili quest’anno contro i 329 milioni della stagione 2021/2022. La Puglia ed in particolare la zona di Lecce quelle più colpite. Mentre la regione ha visto decrescere del 40% la sua intera capacità produttiva, la sola provincia salentina è stata falcidiata dalla Xylella, capace di far bruciare 3 olive su 4 facendo crollare del 75% la produzione dell’olio d’oliva.
Il batterio killer degli ulivi, la Xylella fastidiosa, proveniente dal centro America viene diffuso dalla “sputacchina”, un insetto capace di percorre distanze fino a 400 metri ma che può attaccarsi ai veicoli come automobili, moto e camion ed così dotato di una potenzialità di contaminazione quasi sterminata. L’insetto si infetta direttamente dalle piante malate diventando per tutto il resto della sua vita un diffusore attivo del virus che inocula direttamente all’interno dei canali linfatici delle altre piante. Il batterio una volta dentro la pianta inizia a prosciugarla, seccandola e costringendola alla morte in poco tempo. Oggi la caccia alla Xylella viene data dai droni che dall’alto cercano le possibili piante infette, dalle unità cinofile e attraverso una strumentazione innovativa fatta anche di tamponi rapidi per le piante. La lotta continua anche sul fronte della sputacchina ma intanto ci sarebbero ancora da assegnare 300 milioni di euro di investimento fermi da 3 anni proprio per contrastare la diffusione del batterio in Puglia, una regione che rischia di diventare una distesa arida senza piante.