Il presidente del club partenopeo ha rivelato il piano per i festeggiamenti del tricolore. Potrebbe diventare ufficiale giovedì a Udine nel posticipo del turno infrasettimanale
Festa rimandata, che sarà mai di fronte a cotanto orgoglio? Aurelio De Laurentiis ha gonfiato il petto oggi nel corso di una riunione tenuta in prefettura, dove ha rivelato – insieme al sindaco, al prefetto e al questore – il piano per i festeggiamenti dello Scudetto conquistato dal suo Napoli. Manca soltanto un punto per l’ufficialità matematica, potrebbe arrivare giovedì a Udine nel posticipo del turno infrasettimanale.
I tifosi seguiranno a distanza la squadra, riempiendo le strade e lo Stadio Maradona, dove verranno installati otto maxi-schermi per guardare la partita. “Lavorare significa anche fare fattore comune, che è una delle cose più difficili per ottenere l’X-Factor per il successo, ma anche i napoletani hanno dato una grossa dimostrazione“, ha detto il presidente del Napoli. “Per la prima volta domenica eravamo un corteo di quattro pulmini e siamo rimasti bloccati davanti al famoso bar azzurro e sulla sinistra avevamo le entrate per distinti e le curve e non si poteva camminare. C’era una festa fuori e un’altra che si stava manifestando all’interno”.
De Laurentiis rivendica il percorso: “Sento di aver vinto già altri scudetti”
De Laurentiis ha parlato del possibile ciclo futuro, per non accontentarsi di un “semplice” Scudetto: “Credo che il ciclo vincente si sia aperto tempo fa. Poi l’irregolarità costante ci ha penalizzato, ma noi qualche volta siamo arrivati secondi e saremmo potuti arrivare primi. Mi sento di averne vinti altri di scudetti. Sento di aver vinto lo scudetto dell’onestà che è la prima regola della mia vita“. Il patron partenopeo ha raccontato poi un aneddoto personale: “Quando mio zio Dino partì per gli Stati Uniti mi chiese di andare con lui, gli dissi che invece volevo restare qui perché avevo intenzione di fare cinema. Lui si infuriò. Mi ricordo che dissi a mio padre che questo è un Paese molto complicato: ‘Tu ti sei laureato in giurisprudenza e lingue orientali, sei conosciuto come un signore. Io sono sgradevolmente un guerriero. Fidati di me, se dobbiamo lavorare in questo Paese dobbiamo seguire le regole, che ci piaccia o non ci piaccia”.