L’attaccante nigeriano ha firmato il pareggio decisivo contro l’Udinese che ha fatto scattare la festa. Per lui è stata la 22esima rete in campionato: bomber e trascinatore emotivo di questa squadra che ha cavalcato la Serie A per l’intera stagione
Di nuovo lui, sempre lui. Ha risegnato nella serata più significativa, quella che ha scacciato via gli ultimi indugi e fatto partire la festa. Victor Osimhen da Lagos, Nigeria. L’uomo nel destino del Napoli e di Napoli. Uno Scudetto di gruppo, meriti da distribuire tra la società (il presidente Aurelio De Laurentiis e il direttore sportivo Cristiano Giuntoli) e la rosa allenata da Luciano Spalletti, condottiero e gestore perfetto di un gruppo che ha spaccato il campionato, fuggendo da solo, staccando da mesi e mesi ogni inseguitrice.
C’è però un uomo davanti, con la mascherina sul volto, che ha mostrato tutti i suoi superpoteri e trascinato la squadra al tricolore: “Ho lavorato tanto per ottenere tutto questo, ora me la godo!“, ha detto il nigeriano ai microfoni di Dazn. “Andiamo a celebrare con il nostro pubblico e nel nostro stadio, non vedo l’ora di abbracciare i nostri tifosi. Eravamo la squadra underdog, nessuno credeva in noi, invece abbiamo fatto un lavoro straordinario tutti insieme. Abbiamo lottato uniti per tutto questo tempo, il discorso comprende ogni componente del gruppo”.
Osimhen: “Qui in Italia sono diventato ancora più bomber”
Ha cantato (“La capolista se ne va…”) e promesso di imparare canzoni napoletane. L’intervista l’ha rilasciata in lingua inglese. I tifosi partenopei lo ameranno in eterno a prescindere, anche se non dovesse spiccicare una parola di italiano per tutta la vita: “Se devo dire una partita, dico il gol segnato a Roma con quel tiro sul secondo palo. Ci ha fatto capire che potevamo giocarcela. Ripeto, non vedo l’ora di andare dai nostri tifosi e godere tutti insieme”. Gli anni di Serie A hanno permesso a Osimhen di migliorare fino a diventare il leader della squadra campione d’Italia: “Sicuramente in Italia sono cresciuto dal punto di vista realizzativo. Ora segno tanti gol, ma devo tanto alla squadra, perché sento la fiducia dei compagni e dell’allenatore. Così vengono fuori anche i risultati”. Sulla maschera durante la partita alla Dacia Arena: “Si è rotta, ma ne ho tante. Posso cambiarla tranquillamente”.