L’ex sindaco di Napoli felice per il titolo, meno per come viene raccontato: “Sono emozionato, ma amareggiato per la narrazione che si fa della mia città”
Una gioia immensa, incontenibile e che sa d’infinito. D’amore, di passione e di gioia. D’altronde i napoletani sono così, aperti alla vita, alla cultura, alla gente, veri e vivi, vivissimi. E’ non è solo l’effetto dello scudetto, anzi quello non fa che esaltare l’essere napoletano di nome e di fatto. E non è da meno l’ex Sindaco Luigi De Magistris, magistrato e politico, uomo buono e disponibile quando c’e da esserlo e ruvido quando è necessario. L’ha dimostrato guidando, trasformando, abbellendo e rivoluzionando Napoli in dieci anni e ora si gode il successo di uno scudetto “fantastico”, anche se la narrazione non è proprio quella più giusta. “Emozionato ancora ed euforico, come potrei non esserlo, anche se c’è un po’ di quell’amarezza dettata da una narrazione che si fa della mia città che proprio non è che mi vada tanto giù. Ho faticato e lottato tanto per cambiarla, poi risiamo da capo a dodici“, ha detto De Magistris a Notizie.com.
L’ex primo cittadino di Napoli, a cui i napoletani sono legati e riconoscenti, tanto che se avessero potuto lo avrebbero rieletto senza problemi, spiega a Notizie.com il suo scudetto e quello che sta dando alla città: “Mi vengono due considerazioni, c’è un’ emozione enorme, mi veniva da piangere per un napoletano come me ha un grande valore ,a cominciare da Maradona che è insuperabile. Il primo scudetto è il più potente, Napoli e il Napoli hanno la capacità di unire ed è una potenza che evoca e ricorda, un defibrillatore emotivo”. E la prima riflessione è andata, si parte con la seconda, non con poco emozione ed enfasi: “Napoli va conosciuta più che giudicata e bisogna fare delle narrazioni corrette, sono napoletano e il sindaco più longevo e, se mi permette, una parola approfondita e competente la posso dare: la prima vittoria sancì il riscatto della città attraverso Maradona, uno scudetto arrivato dopo che la città aveva avuto il terremoto, la guerra di camorra con un omicidio al giorno, una città in difficoltà ma mai piegato e ci portò nell’Olimpo, ma adesso non è così. Voglio, e si dovrebbe, sottolineare la trasformazione di Napoli negli ultimi dieci anni dai turisti, all’energia, ai sorrisi, alla gioia, aver risolto il problema dei rifiuti, che arrivavano fino a 100 metri collegati con affari di camorra, politica e mafia insieme. Dal 2014 è la prima città per crescita culturale turistica, dal 2015 prima per set cinematografico all’aperto, più che a Veneza, Roma e Firenze. Riscato morale si, beni comuni, acqua pubblica, nessun scandalo di corruzione mafia e politico, ecco il vero scudetto di Napoli, ma tutto questo è poco raccontato perché i grandi poteri ostacolano questa cosa. Il motivo? Perché Napoli, ed è vero, rappresenta il riscatto dal basso e in modo autonomo, tutto fondato sul capitale umano è questo il riscatto di Napoli e il merito è dei napoletani, ma fa comodo dire che a Napoli ci sono ancora i rifiuti e che ci sono le sparatorie. mi dicevano che ero pazzo, un visionario. In un paese normale sarebbe stata raccontata questa rivoluzione ed è fatto apposta a non raccontarla perché ai più fa comodo dire che non è così…”.
“Vinciamo uno scudetto col Sindaco juventino che decide di chiudere tutto per la festa…”
Un fiume in piena Luigi De Magistris e a Notizie.com racconta tutto quello che gli sta succedendo in questi giorni anche quelli prima della festa, ma ci tiene a ribadire un concetto: “Non è solo lo scudetto del riscatto morale, ma è anche e soprattutto quello della legalità e dell’onestà del calcio, stare fuori dal sistema di non fare plusvalenze tossiche, non fare ruberie e non contaminare la competizione sportiva, e non è un caso che nemmeno questa sia un’immagine che non vuole essere raccontata, anche se col calcio è più semplice, la potenza del calcio è il popolo. Se pensi che abbiamo vinto uno scudetto con Gaetano Manfredi un sindaco juventino è una cosa bella e fa sorridere, ma pone delle riflessioni di una persona che non vive a Napoli e non è di Napoli che ha chiesto ai napoletani di non festeggiare quasi, di stare accorti e di non dipingere d’azzurro i palazzi, ma stiamo scherzando? Questo signore ha chiuso la funicolare, gli ascensori, poi i cittadini hanno risposto come sempre alla grande nonostante i suoi divieti”.
Una sguardo alla squadra e al passato. Un peccato ad esempio che un figlio di Napoli come Lorenzo Insigne non sia rimasto per vincere lo scudetto e diventare uomo simbolo della città e dei napoletani, ma qui De Magistris ci va duro e a Notizie.com spiega: “Insigne? Questi ragazzi che hanno vinto come Osimhen e il georgiano Kwara sono più napoletani di tanti napoletani che si professano tali, la loro è stata una scelta di individuazione dei giocatori vincenti, prima era una squadra di tanti talenti ma che non ti faceva vincere, Insigne giocatore importante ma non c’era quella molla che c’è in questa squadra, è innegabile, Insigne ha fatto la sua scelta, era un gran bel giocatore, ma che andava a corrente alternata, grandi giocate ma anche momenti di grande annebbiamento…”