Statali, l’allarme dell’INPS: si rischiano 14 miliardi di costi legati al Tfs

La Corte Costituzionale è chiamata a prendere una decisione che potrebbe avere enormi riflessi sui conti pubblici, intanto l’INPS fa il “conto” dei possibili danni

Prima c’era il Trattamento di fine servizio, poi dal 2001 è stato sostituito con il Trattamento di fine rapporto, oggi nel 2023 la somma da erogare ai lavoratori a conclusione del rapporto lavorativo potrebbe mettere a serissimo rischio le casse dello stato.

Statali, l'allarme dell'INPS
Statali, l’allarme dell’INPS (ANSA) – Notizie.com

La situazione è scottante e ha una sua origine nel 2011 quando la crisi economica costrinse il Governo allora presieduto da Mario Monti a mettere in campo ogni stratagemma possibile per dare respiro alle casse pubbliche. Di qui la decisione di differire nel tempo la liquidazione del Tfs e del Tfr agli statali con tempistiche che vanno dai 120 giorni fino ai 5 anni dopo la conclusione del rapporto per l’accredito della somma sui conti correnti degli ex dipendenti statali. Il differimento nel tempo segue regole precise che dipendono dal motivo per cui il dipendente pubblico ha chiuso il rapporto lavorativo con l’amministrazione. In poche parole per qualcuno di loro, chi usufruisce del pensionamento anticipato per esempio, la differenza di trattamento rispetto ai dipendenti privati è enorme.

INPS: 14 miliardi di euro da erogare subito

Del problema già se n’era parlato in passato quando dubbi di costituzionalità si erano levati sulla norma proprio in virtù della disparità di trattamento riservata ai dipendenti pubblici. Anche il Tar del Lazio aveva sollevato questione di legittimità Costituzionale rimettendo la decisione alla Consulta. Oggi i giudici della Suprema Corte sono chiamati a prendere una decisione che potrebbe cambiare le sorti del paese, specie per gli esborsi economici ai quali dovrebbero far fronte le casse pubbliche.

I numeri della decisione epocale
I numeri della decisione epocale (ANSA) – Notizie.com

Se la Corte Costituzionale dovesse bocciare la costituzionalità della norma sul differimento del Tfs dei dipendenti pubblici l’INPS sarebbe chiamata ad erogare in una sola soluzione una cifra monstre, cosi come definita dagli avvocati dell’Istituto e dall’Avvocatura dello Stato che stanno provando in ogni modo a tenere in piedi la tesi della legittimità del pagamento differito. 13,9 miliardi da pagare subito, una somma che manderebbe all’istante in tilt le casse dello Stato. Il rischio che tutto questo possa diventare realtà c’è ed è forte. Sembrano reggere poco le tesi per cui seppur in tempi diversi le somme vengono recepite per intero calcolate con gli stessi criteri per tutti i dipendenti. In periodi come questo dove galoppa l’inflazione è chiaro che i 10 mila euro ricevuti oggi hanno un valore completamente diverso rispetto a quelli che potevano entrare nelle tasche degli ex dipendenti 5 anni fa. Palla alla Consulta che sarà chiamata a prendere una decisione “epocale”.

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