Rigopiano 5 anni dopo: quei morti ancora senza pace

Il 18 gennaio 2017 la tragedia di Rigopiano, in Abruzzo, che rubò la vita a 29 persone ad oggi ancora senza giustizia

Sono passati cinque anni, eppure la giustizia non è mai arrivata per le 29 vittime rimaste intrappolate sotto le macerie, ricoperte da una valanga di neve, il 18 gennaio del 2017, a Rigopiano, località nel comune di Farindola, in Abruzzo. Quel giorno, che ha scritto una delle pagine di cronaca nera più tristi, una valanga travolse l’albergo Rigopiano-Gran Sasso Resort che ospitava 40 persone tra clienti e personale. Una forza così importante da spostare la struttura di decine di metri.

La slavina formata da neve, ghiaccio e detriti pesa 120mila tonnellate e sposta di 48 metri i piani superiori dell’albergo e di quasi dieci quelli inferiori. La prima richiesta di aiuto arriva da Giampiero Parete ma a credergli sono in pochi. Nell’hotel, credendosi al riparto, ci sono gli ospiti, bloccati all’interno della struttura a causa della neve che da giorni si era accumulata all’esterno. Passano circa 20 ore dal momento della chiamata a quando i soccorritori raggiungono l’albergo per iniziare le ricerche dei superstiti. Si salvano in 11, muoiono in 29. 

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Il processo, che vede trenta imputati accusati a vario titolo di omicidio, lesioni colpose plurime, disastro colposo, abusi edilizi e falso ideologico, non è di fatto mai iniziato. Ma il 2022 potrebbe essere l’anno decisivo, secondo il procuratore capo di Pescara, Giuseppe Belelli, che ha parlato di sentenza entro pochi mesi. Il 28 gennaio dovrebbe intanto arrivare la prima decisione del gup che si pronuncerà sul rinvio a giudizio, come chiesto dall’accusa, o il proscioglimento dell’ex sindaco di Farindola, Antonio De Vico, unico imputato ad aver scelto il rito ordinario. 29, invece, hanno scelto il rito abbreviato. Diversi i nodi da sciogliere, tra responsabilità annunciate e responsabilità invece di cause naturali, quindi imprevedibili.

Per questo, il gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea ha nominato un collegio di periti per chiarire le circostanze della fatalità ed accertare, invece, quelle della responsabilità umana. I periti hanno però chiesto una proroga di 90 giorni. Il processo dovrebbe concludersi entro il 2022. Oggi, dalle 16.49, i familiari, come ogni anno, si ritroveranno sul luogo del disastro per commemorare i propri cari.

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