33 mila abitanti, 200 evacuati, 50 ancora non fanno rientro nelle loro abitazioni ma sono ospiti di amici e parenti. “Una catena di solidarietà partita già dallo scorso 3 maggio, quando abbiamo avuto la prima importante avvisaglia”. Lo ha raccontato in esclusiva a Notizie.com la sindaca di San Lazzaro di Savena Isabella Conti
Ci sono racconti che ti tolgono il fiato e ti fanno venire la pelle d’oca. Ci sono testimonianze che ti graffiano il cuore, ma ti riempiono anche l’anima di emozioni positive.
E’ stato così durante tutta l’intervista rilasciata in esclusiva a Notizie.com dalla prima cittadina di San Lazzaro di Savena, comune in Emilia Romagna, profondamente colpito dall’alluvione. A San Lazzaro si conta anche una vittima, un uomo di soli 43 anni che lascia una moglie e un figlio di 9. “Una morte evitabile”, ci dice la sindaca Isabella Conti, che raggiungiamo al telefono alla fine di una lunga giunta comunale, voluta per fare il punto sull’emergenza in quei territori.
Emergenza Emilia Romagna, sindaca San Lazzaro di Savena a Notizie.com: “Catena di solidarietà…Non tutto è perduto”
Sindaca Conti, ci restituisca lei un’istantanea della situazione ad oggi, 19 maggio, quando da poco sono passate le ore 14.
“I fiumi sono rientrati, ora si deve fare i conti con gli ingenti danni nelle due zone più prossime ai fiumi Savena e Zena, ovvero Farneto e Ponticella. Il problema più grande ovviamente è dato dal fango. Le idrovore hanno riassorbito e aspirato l’acqua, grazie all’intervento di Aisa e Protezione Civile così come dei volontari. La prossima azione ovviamente sarà quella di pulire appunto tutto quello che il fango ha sommerso. Le strade sono percorribili. Insomma abbiamo fatto già una grossa parte di lavoro…Ma lo sa perchè nel mio comune la situazione non è stata poi troppo catastrofica ?
No, me lo dica lei
“Perchè non abbiamo avuto frane e questo è stato reso possibile grazie al fatto, che dal 2015 ho siglato un accordo di bonifica, investendo 300 mila euro all’anno per la prevenzione sul dissesto idrogeologico. Complessivamente e in silenzio, abbiamo messo in quella direzione 2 milioni e mezzo di euro
Quanti abitanti ha San Lazzaro di Savena?
“Il mio Comune conta 33mila persone, 200 sono state evacuate e 50 ancora non fanno ritorno nelle proprie abitazioni, ma non sono più in incarico alla nostra amministrazione perchè sono ospiti di parenti ed amici”.
Avete purtroppo dovuto contare anche una vittima di questa emergenza…
“Sì…aveva 43 anni. Lascia una moglie e un figlio di 9 che conoscevo e conoscevamo tutti benissimo, faceva parte di un gruppo di vicinato. Pensi che durante la pandemia, aveva una piccola azienda…e ci ha dato lui per tutta la comunità le mascherine da indossare. Era davvero una brava persona. Io dico che si è trattato di una morte evitabile”.
Perchè evitabile?
“Perchè la sua casa era tra quelle non minacciate dal rischio esondazione e quindi evacuazione, ma temeva evidentemente che da un pozzo potesse risalire l’acqua e così si è calato con un macchinario per impedire che questo accadesse. E’ scivolato durante queste manovre e ormai pare non ci siano più dubbi sulla dinamica dell’incidente. Ecco perchè questa morte poteva forse essere evitata. Ed ecco perchè non dobbiamo mollare verso le mosse successive da fare”.
Sindaca Conti a Notizie.com: “Una legge nazionale sul consumo di suolo e un piano nazionale di resilienza e previsione sul dissesto idrogeologico, ecco cosa serve“
Quali sono?
“La pulizia straordinaria dei fiumi, perchè quella ordinaria la facciamo sempre. Ma l’alluvione ha creato nuovi argini e ostruito passaggi…Nel 2015 è iniziata la nostra, la mia battaglia per bloccare la cementificazione di zone vicino ai fiumi Zena ed Idice. Un calvario di 6 anni, arrivato fino al Consiglio di Stato, costato al nostro Comune più di 40 milioni di euro, ma dal quale siamo usciti vincitori.”
E cosa serve ora perchè gli eventi naturali come quello che si è abbattuto su una parte importante dell’Emilia Romagna non diventino sempre tragedie?
“Una legge nazionale sul consumo di suolo e un piano nazionale di resilienza e previsione sul dissesto idrogeologico. E aggiungo: un protocollo su cosa fare. Perchè le racconto una cosa, quando a novembre del 2019 il fiume Savena raggiunse soglia 3, cosa che non era mai accaduta, anche se le cose finirono bene ho avuto talmente tanta paura come amministratrice, da imparare la lezione. Non avevamo un piano di evacuazione, ad oggi sì e questo ci ha consentito alle ore 12 del 16 maggio di diramare l’ordinanza non solo attraverso i social e l’web, ma anche porta a porta. Sapevamo dove l’argine poteva crollare e il fiume esondare, Sapevamo quali case mettere in sicurezza. Poi è chiaro, alcuni hanno fatto resistenza. Soprattutto gli anziani”.
Sindaca, si tolga i panni da prima cittadina e mi restituisca una emozione intensa da “comune” abitante di San Lazzaro di Savena, rispetto a questi giorni di paura e sconcerto.
“Erano le 4 del mattino, vicino ad un ponte che rischiava di essere travolto e dunque di isolare un pezzo di città. I volontari e gli uomini dei vigili del fuoco e della protezione civile lavoravano senza sosta. E poi tutti i giovani che mi scrivono, gli alunni delle scuole superiori che si dimostrano disponibili per tutto il lavoro che ci aspetta. Una catena di solidarietà che ti fa dire: “Non tutto è perduto”.