ESCLUSIVA – La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare il il Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Fabrizio Ernesto Pregliasco
Ospite della nostra redazione il noto ricercatore Fabrizio Ernesto Pregliasco. Ovviamente non si è potuto non parlare della situazione legata al Covid che, da quasi due anni, ha cambiato completamente le nostre vite. Negli ultimi giorni si è sentito parlare anche di alcune persone stanno cercando di contrarre la malattia pur di non vaccinarsi. Il 62enne ha così risposto in merito: “E’ come una roulette russa. Potrebbe anche andar bene la gran parte delle volte, ma anche i giovani potrebbero avere delle complicazioni. “Cercarsela” non è la migliore delle soluzioni“.
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Per quanto riguarda il tampone rapido che non rivelerebbe il contagio da Omicron: “Diciamo che ha delle défaillance che sapevamo. Ad oggi la disponibilità di test ha questa limitazione. Poterli fare, pur sapendo che ci sono questi limiti dell’elemento che ci permette di ritrovare una quota di soggetti che non sarebbero mai potuti essere individuati. Ha dei limiti, ma comunque sono i falsi negativi che purtroppo non individua. Bisogna mantenere alta l’attenzione“.
ESCLUSIVA – Pregliasco: “Quarta dose? No“
Quarta dose? “No. I dati attuali ci dicono che anticiparla troppo non offre risultati molto elevati. Ce lo aspettavamo. Penso che ci sarà la necessità di “vaccinazione” come l’influenza, ma dedicata ai soggetti più fragili ed esposti“.
Per quanto riguarda la questione di chiudere le scuole: “Sicuramente è stata una sfida. Una scelta politica, alla luce del fatto che sarebbero state chiuse le scuole ma non le altre attività lavorative. Sarebbe stato un elemento più di garanzia e di precauzione, rispetto alla diffusione. Per ora non ci sono grossi problemi ad oggi. Nel momento in cui si doveva disquisire c’era una possibilità di effetti anche pesanti. E’ anche vero che nella giornata di ieri siamo arrivati a 228mila contagi“.
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La situazione per quanto riguarda le terapie intensive sono sotto controllo? “Sì. C’è un certo stress e un po’ di difficoltà“. Capienza degli stadi con 5000 persone? “Sono sempre poche in ogni caso, che si parli di San Siro o il ‘Penzo’ di Venezia. E’ una indicazione diversificabile, potrebbe essere difficile dare una classificazione. E’ una indicazione intermedia nel dire ‘non chiudiamo tutto‘”.
Apparizioni in tv di tanti virologi: “C’è necessità di comunicare. Ci sono anche dei cattivi maestri che stilano anche divisivi, variazioni e negatività verso la difficoltà in un approccio complessivo. Sicuramente la pandemia finirà quando non verrà messa più nella prima pagina di un giornale o la prima notizia in un tg. Siamo ancora in una fase emergenziale dove c’è la necessità di scrivere e spiegare elementi che possano servire a garantire la cosiddetta ‘resilienza’ dei cittadini“.