Dopo l’incidente che lo ha visto come protagonista torna a parlare Alberto Zaccheroni. L’ex allenatore lo ha fatto rilasciando una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera’
Un incidente domestico che poteva costargli davvero molto caro. Dopo aver sbattuto violentemente la testa sul tappeto di casa Alberto Zaccheroni ha rischiato la vita. Per via di un malore. Subito l’intervento. Le sue condizioni, in un primo momento, erano apparse immediatamente gravi. Poi l’equipe medica che si è preso cura di lui ha annunciato che ce l’avrebbe fatta e, cosa più importante, che non era più in pericolo di vita. Quella vita che, adesso, il nativo di Meldola vuole riprendersi a tutti i costi. E lo fa sapere in una intervista che ha rilasciato ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘.
Il 70enne ha raccontato quei momenti drammatici che non potrà mai più dimenticare. A trovarlo, in una pozza di sangue, è stata la moglie Fulvia. Il tutto avvenne precisamente il 10 febbraio, in fondo alle scale della sua abitazione. “Disse che avevo la testa aperta ed un occhio fuori dall’orbita“. Come riportato in precedenza è vivo per miracolo. Lo sa molto bene l’ex allenatore di Milan, Juventus e Giappone. Subito messo in terapia intensiva, solamente che di quel periodo non ricorda assolutamente nulla. Un incidente domestico che ha rischiato di allontanarlo, per sempre, dall’affetto dei suoi cari, parenti e colleghi del mondo del calcio.
Zaccheroni, dopo l’incidente vuole riprendersi la sua vita:” Vivo per miracolo”
Nonostante quel periodo non lo potrà mai dimenticare, di quegli attimi non ricorda granché. Solamente grazie ai racconti della moglie sa qualcosa. Fortuna che in quel momento la donna era presente nell’abitazione in quel di Cesena. Si era accorta del tonfo di quando, molto probabilmente, il tecnico era scivolato per le scale. In quel momento la moglie si trovava al piano terra. “Per 8-10 gradini sono ruzzolato. Lei è arrivata anche per via delle mie urla“.
Poi aggiunge: “Avevo battuto la testa, può immaginare il suo spavento“. Successivamente è stato chiamato il numero di emergenza. Immediato il trasporto all’ospedale Bufalini di Cesena. Subito il ricovero in terapia intensiva. “Mi hanno sedato, non ero vigile“. Le sue condizioni non erano delle migliori. Il medico ha subito operato per l’intervento per cercare di ridurre l’emorragia. In conclusione aggiunge: “Ho una grossa cicatrice sulla testa a ricordarmelo. Mi avevano intubato, avevo il sondino“.